Antenna Wind, Tutino: “I cittadini sbagliano a prendersela con il Comune”

19 ottobre 2018 | 18:54
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Antenna Wind, Tutino: “I cittadini sbagliano a prendersela con il Comune”

L’assessore: “Con Arpae abbiamo concordato un monitoraggio dell’impianto con pubblicazione dei dati in tempo reale. Non potevamo andare contro la legge”

REGGIO EMILIA – “Mariani sbaglia a prendersela con gli unici che, sul territorio, ci mettono la faccia cercando, con norme completamente avverse, di far falere gli interessi della città”. E’ questa la replica dell’assessore Mirko Tutino al portavoce dei residenti di via Gran Sasso d’Italia, Francesco Mariani, sulla vicenda dell’antenna Wind Tre di 33 metri che è stata innalzata ieri in fondo alla via e contro la quale i residenti avevano raccolto, nel giugno scorso, 1.700 firme. Sottoscrizioni che, tuttavia, non sono servite a nulla perché l’azienda ha innalzato l’antenna senza nemmeno incontrare i cittadini che avevano chiesto un faccia a faccia con un loro rappresentante.

Scrive Tutino: “Ai cittadini oggi ho chiesto scusa. Non l’ho fatto perché il Comune sia responsabile della localizzazione dell’impianto o perché ci sia stato qualche errore dei tecnici comunali, di Arpae o ASL (visto che tutte queste parti hanno fatto ciò che la legge consentiva loro di fare ponendo al centro l’ambiente e la salute). Ho chiesto scusa per aver preso con i firmatari della petizione un impegno che non sono riuscito a mantenere e cioè quello di poter aprire un tavolo con Wind per arrivare ad una soluzione progettuale condivisa”.

Continua Tutino: “Wind è andata avanti senza questo confronto. Le leggi dello Stato sono totalmente schierate a favore degli operatori della telefonia che una volta acquisiti i pareri ambientali e sanitari da parte di Arpa ed Ausl, possono procedere ovunque desiderino. Lo Stato italiano ha incassato 6 miliardi di euro in concessioni per un settore in grande crescita e non ha lasciato ai comuni nessuno spazio di manovra di nessun genere. L’aumento esponenziale dell’uso dei dati sta generando ulteriori interventi normativi che, in futuro, saranno ancora più vincolanti”.

Tutino rileva che “Wind non si è fermata perchè non voleva crearsi (e creare) precedenti e sono davvero amareggiato per avere pensato da giugno ad oggi di poter avere un confronto diverso, tornando dai cittadini con possibili miglioramenti del progetto”.

E spiega: “Nell’incontro avuto con Wind – su nostra richiesta – prima di ricevere i cittadini è emerso come la società abbia deciso unilateralmente di procedere per evitare di perdere i diritti acquisiti e smentendo la disponibilità informale data nei mesi scorsi ad attendere un confronto. Wind ci ha anche detto che in assenza di avvallo del Comune il progetto sarebbe andato avanti su aree private ottenute aumentando il prezzo e senza scendere a patti – come invece l’azienda ha fatto con il Comune nel 2015 – su una scelta che cercasse il minimo impatto possibile in termini di distanza dalle abitazioni”.

Secondo quello che scrive Tutino “ciò che gli operatori devono rispettare è “solamente” un limite sull’intensità del campo elettromagnetico ed oggi Wind ci ha segnalato che i valori previsti dal progetto nelle strutture pubbliche più prossime all’antenne (la scuola King e la casa protetta) sono ad un decimo del limite di legge. È falso quindi che i nostri servizi, Arpae ed ASL non abbiano fatto nulla. Se il Comune non avesse operato in fase di esame del progetto, l’operatore di telefonia avrebbe potuto decidere in solitudine un posizionamento capace di generare valori 4,5,9 volte i valori previsti con l’antenna che hanno installato. Dobbiamo davvero renderci conto della forza che questi soggetti hanno in ragione di norme nazionali che, ad oggi, nessuno a Roma ha intenzione di cambiare in meglio”.

Conclude l’assessore: “Venendo ai prossimi passaggi. Con Arpae, proprio oggi, abbiamo concordato un monitoraggio in continuo dell’impianto con la pubblicazione dei dati rilevati in tempo reale. Nessuno può pretendere che un Comune scelga sistematicamente di andare contro la legge sapendo che poi dovrà risarcire – con risorse dei cittadini – un grande operatore telefonico”.