Angelo Ricchetti: “Ecco la Folgore Rubiera che vorrei”

10 ottobre 2018 | 07:27
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Angelo Ricchetti: “Ecco la Folgore Rubiera che vorrei”

Intervista al numero uno di Folgore Rubiera e Rubierese. In dieci domande ambizioni e obiettivi di uno dei club più importanti di Modena e Reggio Emilia. “Settore giovanile e Scuola calcio la nostra priorità. Noi in Serie D? Nulla è impossibile”

RUBIERA (Reggio Emilia) – Ha attraversato le fasi più critiche della storia del club, ha conosciuto allenatori, giocatori e dirigenti importanti, ha tenuto in vita eventi unici e blasonati come il Torneo Zini, è riuscito a resistere alla grande crisi economica tenendo salda la mano al timone di una delle società più importanti delle provincie di Modena e Reggio Emilia: stiamo parlando di Angelo Ricchetti.

Mecenate dello sport d’altri tempi, grande sostenitore delle iniziative rivolte al mondo dei giovani, imprenditore locale che ha sempre incanalato energie e passione nella Rubierese prima e nella Folgore Rubiera oggi. L’abbiamo intervistato per fare il punto su quella che è la situazione sportiva. Ambizioni e piani del club in dieci domande.

Presidente, come sta la sua Folgore Rubiera?
Siamo partiti col piede giusto, forse superando anche le aspettative dei più ottimisti. Queste prime gare hanno fatto emergere grande qualità e grande voglia di costruire e di crescere. Hoxha e compagni hanno dimostrato di saper onorare al meglio questa maglia e questo mi rende felice.

Lei ha anche attraversato momenti molto difficili alla guida del club
Assolutamente sì. Fare del buon settore giovanile e attrezzare la squadra per i piani alti dei campionati d’Eccellenza è sicuramente molto complicato. Abbiamo passato dei momenti difficili, ma con la grande passione e con delle politiche costruttive siamo riusciti a formare una squadra dirigenziale di alto livello, capace di ben amministrare il club. Nelle ultime stagione la prima squadra ha fatto benissimo, sfiorando traguardi senza precedenti. Oggi la nostra è una società aperta, abbiamo accolto diversi nuovi dirigenti e ci siamo strutturati per gestire al meglio ogni situazione.

Una Folgore che gioca bene, anche senza l’infallibile Greco
Con Greco sono ancora in ottimi rapporti, è una persona che stimo molto. Con la nostra maglia ha fatto benissimo e non posso che augurargli il meglio. Oggi siamo una squadra diversa.

In che senso?
Abbiamo deciso di ringiovanire la rosa inserendo tanti ragazzi giovani ma dalla buona esperienza. Una scelta che ci ha costretto a rivedere la rosa e a salutare anche giocatori come Greco, ragazzi che stimiamo e ai quali auguriamo il meglio.

Lei ha sempre seguito il settore giovanile con grande interesse. Non è solo il presidente della prima squadra, ma anche degli Allievi, della Juniores…
Ho sempre seguito con grande interesse i campionati del settore giovanile. Mi appassionano molto e, lavoro permettendo, cerco sempre di andare ad assistere alle gare dei nostri giovani. Il settore giovanile è la mia vocazione, credo nelle nuove leve e farò sempre di tutto per cercare di aiutare chi lavora per promuovere la crescita della nostra Scuola Calcio.

In casa Rubiera troviamo anche una prima squadra “satellite” della Folgore, la Rubierese
Chiamarla satellite non è del tutto corretto. Fanno parte della nostra famiglia. Non tutti i ragazzi del nostro settore giovanile hanno le potenzialità per ritagliarsi spazio in Eccellenza, ma allo stesso tempo abbiamo pensato di riunire una squadra di ragazzi della piazza e di dargli la possibilità di formare una prima squadra. Hanno vinto la Terza, poi hanno vinto la Seconda. Oggi sono una bella realtà in Prima categoria e tanti di questi ragazzi stanno facendo così bene da attirare diverse squadre di Promozione.

Lei ha vissuto tante avventure col settore giovanile, quale ricorda con maggiore nitidezza?
Sicuramente le stagioni dei classe 1991. L’allenatore era Willy Ferretti, con tutti quei ragazzi ho ancora rapporti d’amicizia. In quel gruppo, che ha vinto tutto, giocava anche mi figlio Nicolò, oggi impegnato con la Rubierese. Una bellissima storia di crescita, di amicizia e di vittorie.

Oggi, la prima squadra della Folgore, è allenata da mister Semeraro, coach specializzato nel lavoro con i giovani
Mister di grande levatura. Molto preparato. Sono sicuro che farà benissimo con noi, ci conosciamo da tempo e non ho dubbi in merito: è il mister giusto per il nostro progetto.

Due domande in chiusura: la prima. Grande settore giovanile, prima squadra di livello, strutture più che buone. Pensare alla Folgore in Serie D è troppo?
Mi piacerebbe, ci siamo andati vicino. Oggi Eccellenza e Serie D sono campionati molto distanti. La Serie D è una lega di professionisti, ci sono piazze importantissime come Modena e Reggio. Per farla bene devi cambiare mentalità e inserire tante persone in grado di gestire il club h24. Prima o poi, magari, probabilmente non oggi.

La seconda: cosa si sente di dire ai tanti allenatori del settore giovanile?
L’altra sera ho visto tutti i ragazzi della Juniores del 1991 a casa mia. Guardavano Sassuolo-Milan. Una bella sensazione: dopo dieci anni, forse undici, sono ancora tutti amici. Non indossano più la stessa maglia, ma sono comunque molto uniti, più di prima. Ai mister consiglio di lavorare sul gruppo prima che sui singoli, di favorire il dialogo. Le vittorie più importanti sono queste.