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Sfida Lega-M5s: ‘”I mercati? Se ne faranno una ragione”

28 settembre 2018 | 12:35
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Sfida Lega-M5s: ‘”I mercati? Se ne faranno una ragione”

Via libera al Def, rapporto deficit-Pil al 2,4%. I numeri delle misure: 12,5 miliardi per l’Iva. Altri 10 miliardi al reddito di cittadinanza, 8 miliardi per quota 100. Tria costretto ad arrendersi. Di Maio: “Non vogliamo andare allo scontro con l’Europa”. Salvini: “Se Bruxelles la boccia tiriamo avanti”

REGGIO EMILIA – Alta tensione sui mercati dopo l’accordo di maggioranza, raggiunto ieri sera, sulla manovra che prevede il rapporto deficit/Pil al 2,4%. I vicepremier Di Maio e Salvini esprimono soddisfazione e non si dicono preoccupati delle reazioni dei mercati e dell’Europa. “Ora parte l’interlocuzione con l’Ue e con i grandi investitori privati e non abbiamo intenzione di andare allo scontro”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio parlando a un convegno della decisione di portare il deficit/pil al 2,4%.

“Non sono preoccupato perché nei prossimi giorni vogliamo incontrare tutti i soggetti pubblici e privati che rappresentano la realtà del mercato e ribadire che nel 2,4%” ci sono anche “15 miliardi di euro di investimenti, è il più grande piano di investimenti mai fatto in Italia”. Così il vicepremier Di Maio ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se fosse preoccupato per l’andamento della Borsa e dello spesa e all’indomani del varo della nota di aggiornamento del Def.

“Considero l’intervento di Moscovici interlocutorio, le preoccupazioni sono legittime ma il governo si è impegnato a mantenere il deficit/pil al 2,4% e vogliamo ripagare il debito”.

La nota di aggiornamento al Def è “un passo verso la civiltà” secondo il vicepremier Matteo Salvini secondo il quale “i mercati se ne faranno una ragione”. Così ha detto al suo arrivo al comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza a Milano.

Il ministro Tria? “Non è mai stato in bilico”, ha sottolineato Salvini. “È un membro del governo, un governo che in maniera compatta piano, piano con intelligenza e responsabilità – ha aggiunto – sta mantenendo uno per uno gli impegni presi”. Se Bruxelles boccia la manovra “noi tiriamo avanti”, ha detto il ministro dell’Interno e vicepremier rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto se teme il giudizio dell’Europa sulla manovra. “Pensiamo di lavorare bene per la crescita del Paese, per ridare fiducia, speranza, energia e lavoro – ha concluso – quindi sono felice di quello che abbiamo fatto in questi quattro mesi e di quello che faremo nei prossimi quattro anni”.

“Sono contento”. Così Davide Casaleggio ha risposto ai giornalisti che a margine di un convegno a Roma gli hanno chiesto un commento sull’accordo raggiunto nel governo per la manovra.

L’accordo raggiunto
Accordo raggiunto sul deficit al 2,4% del Pil, dopo un lungo vertice a Palazzo Chigi con Conte, Salvini, Di Maio, Tria e Savona. Al termine del quale, si è svolto il Consiglio dei ministri che ha approvato il Def.

I numeri delle misure: 12,5 mld per Iva. Altri 10 miliardi a reddito di cittadinanza, 8 miliardi per quota 100
Alzare l’asticella del deficit fino al 2,4% del Pil nella Nota di aggiornamento al Def libererà circa 27 miliardi di euro per la manovra (partendo dal dato tendenziale dello 0,8% inserito nel Def di aprile) e consentirà di portare a casa gran parte delle misure annunciate nel contratto di governo, a partire dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva che pesano per 12,5 miliardi sul bilancio del prossimo anno. Il reddito di cittadinanza vale invece 10 miliardi, poco più di quanto dovrebbe richiedere la revisione della legge Fornero con l’introduzione di quota 100 per andare in pensione, quotata al momento dalla Lega tra i 6 e gli 8 miliardi. La flat tax sugli autonomi dovrebbe invece valere 1,5 miliardi (proiettati però in gran parte nel 2020), così come lo stanziamento a favore dei risparmiatori colpiti dai crac bancari. Secondo Luigi Di Maio, alle coperture in deficit dovrebbero anche affiancarsi tagli di spesa, con una “riorganizzazione della spesa pubblica improduttiva”.

Il silenzio del presidente Sergio Mattarella e del ministro del Tesoro Giovanni Tria, quest’ultimo in attesa della risposta dei mercati
L’altra faccia della “vittoria” della linea del M5S e della Lega, dei festeggiamenti in piazza dei ministri e dei parlamentari pentastellati, è fatta di bisbigli, preoccupazioni, e della grande attesa per la risposta, domani mattina, di Borse, Europa e spread. Con un punto fermo, che emerge in serata: il ministro del Tesoro Giovanni Tria resta al suo posto, ben sapendo che, nella sua scelta, può contare sulla piena sponda del capo dello Stato.

Fonti del Quirinale smentiscono con decisione che tra Mattarella e Tria ci siano stati contatti anche se è risaputo che il Quirinale è sempre stato contrario alle dimissioni del titolare del Mef. C’è, poco dopo l’intesa raggiunto sul 2,4% del deficit/Pil, una telefonata tra Mattarella e il premier Giuseppe Conte, che arriva negli stessi momenti in cui Luigi Di Maio e i ministri M5S si affacciano dal balcone di Palazzo Chigi per celebrare il loro “trionfo”, acclamati dai parlamentari pentastellati che, dalla congiunta, si spostano con tanto di bandiera a 5 Stelle, davanti Palazzo Chigi.