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Rai, Foa verso presidenza: “Non volevo offendere Mattarella”

26 settembre 2018 | 17:39
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Rai, Foa verso presidenza: “Non volevo offendere Mattarella”

Audizione in Vigilanza Rai, stasera il voto in commissione sul presidente. Protesta Pd e Usigrai. Il “pluralismo” e “l’indipendenza”, la “capacità di servire i lettori con umiltà e onestà intellettuale”, nell’audizione di Foa

REGGIO EMILIA – “Non ho mai militato in un partito – ha detto Marcello Foa, ascoltato in commissione di Vigilanza -, né prese tessere, né cercato appoggi politici per fare carriera. Sono stato sempre coerente con me stesso, cercando di fare con umiltà il mio mestiere in base agli insegnamenti dei maestri, da Montanelli e Cervi”.

“Il mandato che ho ricevuto dal governo – ha sottolineato – non è politico, ma professionale”, “fa appello al mio percorso professionale, e io intendo onorarlo in nome dei valori del giornalismo”. “Non è mai stata intenzione – ha detto in un altro passaggio – offendere o mancare di rispetto al Presidente Mattarella: non è nel mio costume, raramente attacco e manco di rispetto, men che meno nei confronti della massima carica dello Stato, per il sentimento di stima nei suoi confronti, per il rispetto per il suo ruolo di servitore dello Stato e per la sua storia, che ha visto il sacrificio supremo di un membro della sua famiglia. Non è mai stata né sarà mai mia intenzione mancare di rispetto al Presidente”.

Il “pluralismo” e “l’indipendenza”, la “capacità di servire i lettori con umiltà e onestà intellettuale”: sono i “valori” richiamati a più riprese da Foa durante l’audizione. “La Rai è memoria storica, ma dispone delle risorse, della professionalità e consapevolezza per contribuire da protagonista all’alfabetizzazione digitale del Paese”, ha osservato. “Io sogno una Rai che venga apprezzata dal grande pubblico, quello sopra i 50 anni – ha aggiunto – ma anche dai più giovani. Voglio una Rai di cui essere fieri, per indipendenza, oggettività, trasparenza, ricchezza dell’offerta informativa e culturale. Una Rai che sia di tutti i cittadini italiani”.

Nella sua relazione in commissione di Vigilanza, in cui ha ripercorso tutta la sua carriera professionale, Marcello Foa si è definito “un liberale di cultura antica, della scuola di Montanelli. Ritengo molto importante difendere la qualità dell’informazione”. A questo proposito ha citato “il caso di Ferruccio de Bortoli: quando lasciò il Corriere della Sera, in circostanze non facili, con la clausola che gli impediva di collaborare con altre testate italiane per un anno, non esitai a offrirgli una collaborazione con il Corriere del Ticino”.

“Domenica è il mio compleanno – ha detto sorridendo all’inizio dell’audizione – chissà che non riceva un bel regalo, me lo auguro di cuore”. “In questi due mesi difficili anche dal punto di vista personale – ha aggiunto -ho mantenuto il silenzio in segno di rispetto per le istituzioni e tutte le persone coinvolte”.

Alle 19.30 il voto della commissione, chiamata a esprimere il suo sì definitivo a maggioranza di due terzi. “Sui vari temi Foa mi ha rassicurato rispetto a una funzione che sarà di garanzia del pluralismo informativo e quindi del compito che spetta al presidente della Rai. Forte di questo, l’orientamento è quindi di votare la sua nomina”. Lo ha detto Giorgio Mulè, capogruppo FI in Vigilanza, dopo l’audizione di Foa. Rispetto al primo voto della commissione “è cambiato moltissimo, sono cambiati il metodo e il merito. Nel metodo c’è stato un percorso condiviso rispetto all’indicazione di Foa. Nel merito l’audizione ha permesso ai commissari di formarsi un’opinione autentica e vera”.

Decisivo il contributo di Forza Italia per il quorum: uno scoglio sul quale la nomina di Foa si infranse il 1 agosto, ma che stavolta appare superato dal patto Salvini-Berlusconi di dieci giorni fa, che dovrebbe reggere a San Macuto. Ultimo passaggio sarà il cda, che si riunirà giovedì o venerdì per la ratifica di Foa: la decisione sarà presa domani mattina.

Il Pd resta sulle barricate contro una “nomina illegittima”: la consigliera Rita Borioni, unica a votare no in cda, ha già preannunciato ricorso, i capigruppo Delrio e Marcucci hanno chiesto ai presidenti di Camera e Senato di sconvocare la Vigilanza. Al pressing su Fico e Casellati si è aggiunta ieri l’Usigrai: “Occorre evitare che la Rai finisca in un pantano di contenziosi legali che ne metterebbero a rischio l’operatività”, è l’altolà del sindacato, che allega il parere legale dello studio Principato – con le “ragioni di illegittimità della riproposizione” di Foa – e il precedente del 2005, quando la Vigilanza “considerò all’unanimità decaduto dal cda il candidato a presidente che era stato bocciato dai commissari”.