Italia e mondo

Libia, Tripoli assediata: l’Italia esclude l’intervento

3 settembre 2018 | 17:34
Share0
Libia, Tripoli assediata: l’Italia esclude l’intervento

assedio a Tripoli da parte delle milizie ribelli, con violenti scontri a pochi chilometri dal centro della capitale. Ue: “Cessare subito le ostilità”. Salvini in contatto con italiani: “Escludo interventi militari. Italia deve essere protagonista pacificazione”

REGGIO EMILIA – “Violenti scontri fra la 7/a Brigata e la sicurezza centrale” sono in corso nell’area Abu Salim: lo riferisce un tweet dell’emittente Al Ahrar citando una “fonte della sicurezza” e riferendosi alla milizia ribelle che sta attaccando Tripoli e ad una (detta “Ghenewa”) che la sta affrontando in un zona a meno di 6 km in linea d’aria da Piazza dei Martiri, il centro della capitale libica, situato sul Mare.

Intanto è di 47 morti e 129 feriti in 8 giorni l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute libico, degli scontri tra milizie armate nella capitale Tripoli. Lo riferisce la Missione dell’Onu in Libia, Unsmil, in una nota invitando inoltre “le varie parti interessate dal conflitto a un incontro allargato per martedì a mezzogiorno in un luogo che verrà annunciato in seguito”, dopo i sanguinosi scontri arnati degli ultimi giorni.

L’Unsmil scrive che “sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza e dell’offerta del Segretario generale delle Nazioni Unite di mediare tra le varie parti libiche” si invita a “tenere un dialogo urgente sull’attuale situazione della sicurezza a Tripoli”.

“Escludo interventi militari che non risolvono nulla. E questo dovrebbero capirlo anche altri”. Lo afferma il vicepresidente e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, lasciando Palazzo Chigi. “L’Italia – ha aggiunto – deve essere la protagonista della pacificazione in Libia. Le incursioni di altri che hanno altri interessi non devono prevalere sul bene comune che è la pace”. “Sono preoccupato. Penso che dietro ci sia qualcuno. Qualcuno – ha aggiunto – che ha fatto una guerra che non si doveva fare, che convoca elezioni senza sentire gli alleati e le fazioni locali, qualcuno che è andato a fare forzature, a esportare la democrazia, cose che non funzionano mai. Spero – ha concluso – che il cessate il fuoco arrivi subito”.

“In relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa odierna si smentisce categoricamente la preparazione di un intervento da parte dei corpi speciali italiani in Libia. L’Italia continua a seguire con attenzione l’evolversi della situazione sul terreno e ha già espresso pubblicamente preoccupazione nonché l’invito a cessare immediatamente le ostilità assieme a Stati Uniti, Francia e Regno Unito”. E’ quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.

“Sono in contatto diretto con i nostri uomini: militari, diplomatici, addetti dell’Eni che in Libia vivono rischi portati da un intervento militare senza senso”. Lo afferma il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ai microfoni di Radio 24 a proposito della situazione di alta tensione venutasi a creare negli ultimi giorni nel paese nordafricano.

Il Consiglio Presidenziale del premier Fayez al Sarraj ha dato mandato alla milizia Forza Anti Terrrorismo di Misurata, guidata dal generale Mohammed Al Zain, di entrare nella capitale per organizzare un nuovo cessate il fuoco e far terminare le violenze nella periferia sud della capitale.

Questo dopo un’altra giornata difficile, ieri, con scontri generalizzati tra varie milizie nella zona sud di Tripoli, in particolare ad Ain Zara e Abu Selim, che hanno fatto registrare la morte di due persone nel distretto di Al Falah, all’interno di un campo profughi per gli sfollati interni di Tawergha. Sono circa 400 i detenuti che sono riusciti ad evadere da un carcere alle porte di Tripoli approfittando dei combattimenti in corso da una settimana tra milizie rivali. Lo ha detto la polizia libica. I detenuti hanno forzato le porte della prigione di Ain Zara, a sud della capitale, e sono fuggiti dopo aver sopraffatto le guardie che cercavano di fermarli.

“Chiediamo a tutte le parti in Libia di cessare immediatamente le ostilità. Non c’é soluzione militare per la situazione in Libia, solo politica”. Così un portavoce della Commissione europea, che aggiunge: “l’escalation della violenza sta minando una situazione che è già fragile. La violenza porterà solo altra violenza a svantaggio dei libici”.