La donna di Max Mara sfila con l’hijab

22 settembre 2018 | 07:38
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La donna di Max Mara sfila con l’hijab

Irina Shayk concede alla sfilata quel quid di glamour che incanta la settimana della moda

REGGIO EMILIA – Irina Shayk fornisce alla sfilata Max Mara quel pizzico di glamour che serve alla settimana della moda e che caratterizza anche parte della collezione Primavera Estate 2019 del brand. Donne forti quelle del marchio, di certo donne sicure. Donne combattenti tra trench e cappotti cerati, gonne sovrapposte a pantaloni. Un po’ come usano fare in India e in Arabia. In mezzo trench, tanta pelle, spruzzate di vernice, top che lasciano scoperte almeno una della spalle.

Donne rappresentate, di fatto, dal best of delle modelle del momento: in passerella Joan Small, Kaia Gerber, Vittoria Ceretti e poi Gigi Hadid che ha chiuso la sfilata (non c’era la sorella Bella). Donne che si riconoscono con un hijab in testa e i capelli raccolti. Perché il mondo è globalizzato adesso e non ci sono, non dovrebbero esserci, più frontiere. Su questo fronte, sembrerebbe indicare lo show, bisogna solo diventare ancora più self confident per ispirare le generazioni che verranno.

Per la Primavera Estate 2019 Max Mara rielabora i classici: i racconti epici, i miti e le leggende che gettano luce sull’eterna esperienza umana. Le storie sono immutabili, ma ogni epoca ne trae le proprie lezioni. È recente la rilettura dell’antologia classica da una prospettiva femminile. Quella di Emily Wilson è la prima traduzione dell’Odissea scritta da una donna, con il risultato di porre questa storia familiare in una luce completamente nuova. Il canto di Penelope di Margaret Atwood racconta il lato pragmatico, intelligente e longanime della figura di Penelope. La Circe di Madeline Miller rappresenta la famigerata maga come una donna forte e brillante, che ha osato conoscere la propria mente. Anfitrite era la pronipote di Gea e la regina di tutti gli oceani.

Prima che Poseidone arrivasse e la mettesse in secondo piano. Ora, dopo un’eternità nell’oscurità, Max Mara rimette Anfitrite sul trono che le spetta. Anche Max Mara si immerge nel proprio mito. Anne-Marie Beretta era la stilista del brand negli anni ’80; anche lei era profondamente affascinata dal potente simbolismo del mondo classico. Dall’Archivio di Max Mara riemerge una silhouette dalla spalle importanti, drappeggi asimmetrici, bottoni automatici e dettagli funzionali. Il tutto reinterpretato per tessere la trama di un nuovo racconto contemporaneo. Impermeabili in tessuti cerati, perfetti nella forma e nella funzionalità, sono pronti ad affrontare il mare e sono disegnati per far fronte a qualsiasi intemperia meteorologica Gaia decida di scagliare.

Dal meraviglioso mondo sottomarino di Anfitrite emergono volants sinuosi come esotiche forme di vita marina che delineano le costruzioni boxy di giacche e caban. Nei toni mediterranei dell’oliva, dell’ocra, del bianco puro e del blu intenso, Max Mara immagina una moderna Amazzone, orgogliosa, fiera e valorosa. Con la sua borsa cross body Atalanta, la sua camicia monospalla, la gonna annodata in vita e gli occhiali da sole Briseis ha tutto quello che le serve per affrontare un’avventura: che si tratti di deserti infuocati, di oceani burrascosi, di una caccia ad un mostro marino policefalo o del tragitto sotto la pioggia verso l’ufficio.