Febbre del Nilo, secondo caso nel Reggiano

8 settembre 2018 | 10:18
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Febbre del Nilo, secondo caso nel Reggiano

Questa volta tocca al distretto di Guastalla.E’ un uomo tra i 50 e i 60 anni: le sue condizioni non destano preoccupazione. Sono stati inoltre riscontrati due casi asintomatici in due donatori di sangue

GUASTALLA (Reggio Emilia) – Secondo caso di febbre del Nilo nella nostra provincia, questa volta nel distretto di Guastalla. Dopo il caso del 69enne reggiano, proveniente da un soggiorno in Romagna, questa volta è toccato a un residente nel distretto sanitario di Guastalla che ha tra i 50 e i 60 anni.

Le condizioni del paziente, attualmente ricoverato all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, non destano preoccupazioni. Sono stati inoltre riscontrati due casi asintomatici in due donatori di sangue, grazie alle sistematiche analisi svolte sulle sacche che rendono assolutamente sicure le trasfusioni.

Il virus in Italia: 19 i decessi
Nel 2018 la trasmissione del virus West Nile in Italia e nel Sud-Est Europa è iniziata prima rispetto agli anni precedenti. Il 16 giugno si è verificato il primo caso umano di infezione confermata nel nostro Paese e, al 5 settembre 2018, sono stati segnalati 365 casi confermati di infezione (sia sintomatici che asintomatici) in Provincie endemiche del Veneto, dell’Emilia-Romagna, della Lombardia, del Piemonte, del Friuli Venezia Giulia e della Sardegna.

In particolare sono stati segnalati 148 casi con manifestazioni di tipo neuro invasivo (Wnnd) di cui 19 decessi, 169 casi di febbre (Wnf) e 48 casi in donatori di sangue asintomatici. È quanto emerge dalle attività della sorveglianza integrata del West Nile e Usutu virus e dai dati pubblicati nel bollettino periodico, prodotto dal Dipartimento malattie infettive dell’Iss in collaborazione con il Centro studi malattie esotiche (Cesme) dell’Izs Teramo.

Come si trasmette
Il virus West Nile (Wnv) si trasmette principalmente tramite la puntura di zanzare del genere Culex, sebbene sia possibile la trasmissione tramite la donazione di sangue e tessuti infetti. la Malattia del Nilo Occidentale (West Nile Disease – WND) è una malattia infettiva ad eziologia virale trasmessa da un Flavivirus, il virus West Nile (WNV), isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto West Nile (da cui prende il nome) e diffusosi in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia ed America.

I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Il virus si mantiene nell’ambiente attraverso il continuo passaggio tra gli insetti ematofagi, che albergano il virus a livello delle ghiandole salivari, e gli uccelli, che rappresentano il reservoir di infezione. Il ciclo biologico, quindi, coinvolge gli uccelli selvatici come ospiti amplificatori, mentre i mammiferi infettati si comportano come ospiti accidentali a fondo cieco, in quanto la viremia non presenta un titolo tale da poter infettare nuovamente un vettore competente.

I sintomi
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave presentandosi nella forma neuroinvasiva con sintomi di meningite o encefalite.