Bambini maltrattati, denunciata maestra del Malaguzzi

1 settembre 2018 | 11:05
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Bambini maltrattati, denunciata maestra del Malaguzzi

Spinte, strattoni e pizzicotti che lasciavano lividi: la 55enne è stata sospesa dal servizio per sei mesi. Il Comune: “Bloccata anche l’erogazione dello stipendio”

REGGIO EMILIA – “Piangi pure… non mi interessa sentirti piangere”. E ancora: strattoni, bambini di 4 anni che sarebbero stati afferrati per il collo e spinte violentemente, tirandogli i capelli. I piccini sarebbero stati rovesciati con rabbia dalla brandina sulla quale erano sdraiati per il riposino pomeridiano stringendoli forte e gli sarebbero stati dati pizzicotti alle braccia e alle gambe cagionando loro lividi.

Sarebbe successo la scorsa primavera in una sezione della scuola comunale dell’infanzia Malaguzzi dove una maestra di 55 anni è stata indagata per il reato di maltrattamento di bambini e sospesa dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio per 6 mesi con il divieto, per altrettanti mesi, di svolgere l’attività di insegnante in qualsiasi scuola. Le indagini sono state condotte dai carabinieri di Santa Croce e dai colleghi del nucleo operativo di Reggio e coordinate dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi e sono sate supportate anche da intercettazioni ambientali audio-visive.

Sono partite dalla denuncia di una mamma che ha pensato che la figlia minore fosse stata vittima di maltrattamenti nella scuola d’infanzia che frequentava. Denuncia che non solo avrebbe portato a trovare i riscontri a carico della maestra indagata ma che, di fatto, avrebbe portato alla luce anche altri casi di maltrattamenti tutti riscontrati nel corso delle indagini supportate anche da intercettazioni ambientali audio-visive eseguite nell’istituto di infanzia dove la maestra lavorava.

Il Comune: “Sospesa l’insegnante e l’erogazione dello stipendio”
L’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia “ha immediatamente provveduto all’allontanamento dell’insegnante interessata da tutte le scuole afferenti all’Istituzione medesima. L’insegnante perciò non frequenta più e non esercita più attività nella scuola dove ha operato, né in altre strutture educative di competenza comunale, nel corso di questa fase di chiarimento della posizione di responsabilità. Contestualmente e immediatamente, a fronte del rilievo dei fatti sin qui emersi e della professionalità specifica di educatrice, il Comune ha avviato un proprio procedimento disciplinare relativo alla persona interessata: si è provveduto alla sospensione della persona dall’esercizio dell’insegnamento in ogni scuola e alla sospensione dell’erogazione dello stipendio”.

Continua l’amministrazione: “A sostegno del procedimento disciplinare e quindi al fine della ricostruzione dei fatti, il Comune ha disposto un’istruttoria interna, che prevede audizioni del personale della scuola e raccolta di informazioni. Il benessere dei bambini è la priorità dell’attività che viene svolta nelle strutture educative comunali, e a questo scopo l’Istituzione Scuole e Nidi dell’infanzia realizzerà una serie di incontri con le famiglie della scuola, già dalla settimana entrante. Il lavoro quotidiano e continuo, svolto assieme ai genitori, di verifica degli obiettivi educativi, il piano della trasparenza e tutte le procedure messe in atto da sempre nei nidi e nelle scuole dell’infanzia dell’Istituzione verranno verificati e sviluppati ulteriormente, con un lavoro condiviso. I nidi e le scuole dell’infanzia accolgono ogni anno migliaia di famiglie e di bambini, sono da sempre spazi pubblici, piazze aperte al confronto e alla valutazione”.

Conclude il Comune: “Nulla di ciò toglie ed anzi avvalora ulteriormente il fatto che ogni responsabilità individuale va rilevata, accertata e perseguita con determinazione. Quello che è accaduto addolora e non rende merito all’impegno costante e altamente professionale che ogni giorno viene svolto nelle scuole d’infanzia reggiane. L’Amministrazione comunale, nel ribadire la piena fiducia nell’operato della magistratura e la propria totale disponibilità di collaborazione, si riserva la possibilità di prendere provvedimenti più rigidi nei confronti della maestra indagata, alla luce degli ulteriori accertamenti che verranno compiuti”.