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Le Cicogne a Bonaccini: “Presidente, non faccia come Toninelli: ci riceva”

31 agosto 2018 | 17:32
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Le Cicogne a Bonaccini: “Presidente, non faccia come Toninelli: ci riceva”

E aggiungono: “Visto che Veltroni si è raccomandato di non essere boriosi, di cambiare, di aprirsi e di evitare l’enfasi ed il trionfalismo, cosa ne dice di cambiare politica, riaprire il Punto Nascita di Castelnovo Monti?”

REGGIO EMILIA – “Presidente Bonaccini, noi c’eravamo a sentirla a FestaReggio quando, offeso,accusava il ministro Toninelli per non averla ancora incontrata, nonostante le sue richieste. Abbiamo sentito con le nostre orecchie che lei riceve in 24 ore qualsiasi dei suoi più di trecento sindaci se questi le chiedono un incontro. Bene, poiché non ha avuto esito alcuno la richiesta informale rivolta al sindaco Bini di farsi tramite per ottenere un incontro con lei, adesso ci ripetiamo ufficialmente a mezzo stampa, rivolgendoci a Bini in qualità di presidente dell’Unione dei Comuni Montani”.

I Comitati “Salviamo le Cicogne” e Di.Na.Mo. vanno all’attacco e partono proprio dalle frasi di Bonaccini che accusava il ministro Toninelli, ieri sera a Festareggio, di non avergli dato udienza sul tema delle Infrastrutture. Neanche i Comitati, che da tempo si battono per la riapertura del reparto nascite del S. Anna, sono state ascoltate da Bonaccini che non le ha ancora incontrate, ma non mollano.

In particolare chiedono “perché la Regione ha chiesto un parere ministeriale di deroga per Castelnovo Monti quando almeno dal 2010 il reparto di maternità era un distaccamento delocalizzato del Santa Maria di Reggio, con gli stessi medici e primario, quindi con oltre duemila parti l’anno di operatività? Perché la Regione ha inoltrato per detta domanda una documentazione vecchia e non più veritiera, inviando il 24 luglio 2017 a Roma dati riferiti al 2016 mentre già dal 1 luglio 2017 l’ospedale intero del Sant’Anna di Reggio era stato accorpato al Santa Maria di Reggio con tanto di legge Regionale? Ciò ha comportato motivo di parere negativo da parte del Ministero, come scritto nella risposta, perché sono stati considerati “in prestito” da altri ospedali i medici, quando ciò non era più così neanche giuridicamente”.

E ancora: “Perché la Regione ha dato distanze chilometriche e di tempo minimali rispetto a quelle reali che richiedono almeno 90 minuti di percorrenza dai paesi del crinale, in condizioni ottimali di traffico e di meteo? Perché la Regione nel chiedere la deroga per tutti i punti nascita sotto i 500 parti annui ha allegato una relazione della Commissione regionale che raccomandava di chiudere tutti quelli della montagna e tenere attivi tutti quelli della pianura, nonostante l’esercizio della deroga sia previsto solo per i casi con difficili condizioni orogeografiche? Ciò ha comportato un evidente sfregio al buonsenso e alla normativa, oltre a nuove difficoltà e rischi per i residenti in montagna. Perché avete parlato di motivi di sicurezza e poi avete mantenuto aperto Scandiano che è anch’esso sotto i 500 parti, come anche Montecchio che è sotto i 1000 quando anche per questa soglia l’accordo Stato Regioni prevede la chiusura?
Perché parlate di insicurezza sotto la soglia di 500 parti citando 4 pubblicazioni scientifiche nella documentazione inviata al ministero? Eppure nessuna di queste pubblicazioni attesta la pericolosità dei Punti Nascita sotto i 500 parti. Le avete mai lette? Noi sì e dicono anche il contrario. Perché dite che investite sugli ospedali che avete menomato dei Punti Nascita quando la realtà di tutti i giorni dimostra che al pensionamento del personale si va alla chiusura dei servizi?”.

E aggiungono: “Visto che Veltroni per ben due volte nel corso del dibattito si è raccomandato di non essere boriosi, di cambiare, di aprirsi e di evitare l’enfasi ed il trionfalismo per le cose fatte, raccomandando anzi di parlare delle cose da fare che interessano la gente, in particolare i deboli, cosa ne dice di cambiare politica, riaprire il Punto Nascita di Castelnovo Monti, ed anche quello di Borgotaro e quello di Pavullo per tornare a dare possibilità di ripresa ad una montagna che ogni giorno muore per svuotamento di persone e di servizi? Noi lo sappiamo che siamo tre piccoli problemi rispetto ai tanti che ogni giorno si trova ad affrontare, ma sappia a sua volta signor Presidente che la dignità e il bisogno di futuro non hanno una dimensione.
Ci aspettiamo da lei segni concreti del cambiamento di cui avete parlato in pubblico a FestaReggio, per dimostrare che le parole hanno un senso e la giustizia è più forte delle beghe di partito”.