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La vittima dell’orco collezionista: “Ho ancora paura”

7 agosto 2018 | 14:28
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La vittima dell’orco collezionista: “Ho ancora paura”

Oggi diciottenne, ha permesso ai carabinieri di arrestare il pedofilo e sequestrare un milione di orribili fotografie pedopornografiche

REGGIO EMILIA – Si è presentata questa mattina nella sede reggiana de La Caramella Buona Onlus la giovanissima ragazza che ha permesso ai carabinieri di compiere l’indagine che ha portato all’arresto del pedofilo e al ritrovamento di un milione di orribili fotografie pedopornografiche, oltre alla scoperta terribile di abusi su una parente disabile.

Accompagnata, come sempre, dall’amica del cuore coetanea (sono entrambe appena diciottenni), davanti al presidente dall’associazione antipedofilia Roberto Mirabile, questa coraggiosa vittima ha espresso il desiderio di dimostrare in tribunale quanto accaduto “perché il mio timore è sempre stato quello di non essere creduta, mi sono sempre trovata in grandi difficoltà a far capire il mio dolore nel contesto in cui vivo ogni giorno”.

“Ero impaurita e in parte lo sono ancora oggi – prosegue la ragazza – ammetto che mi preoccupa affrontare il futuro, ma so di avere al mio fianco persone che mi hanno dato fiducia fin dall’inizio”.

“La complessità di questa indagine – precisa Roberto Mirabile –  nasce anche dal contesto in cui si è sviluppata e dalla primaria esigenza di tutelare al massimo la ragazzina che, ricordo, si presentò da me nel dicembre dell’anno scorso, terrorizzata da quanto scoperto. I carabinieri, come ora parzialmente sappiamo ad arresto avvenuto, hanno rinvenuto materiale di gravità tale da portare la magistratura all’ordine di arresto in carcere. Ci costituiremo parte civile al processo, col nostro valido avvocato di Roma Monica Nassisi, specializzata in questi casi di abusi su minori”.

La dichiarazione dell’avvocato Monica Nassisi, legale della vittima e dell’associazione La Caramella Buona, parte civile.

“Dopo che la ragazzina ha dimostrato un grande coraggio, mi auguro che i magistrati competenti mantengano la custodia cautelare in carcere, senza concedere i domiciliari o altra misura minore, in quanto le vittime vanno tutelate con la massima efficacia tenendo lontano da loro l’indagato, che non solo potrebbe inquinare le prove ma anche porre in essere minacce e intimidazioni, ovviamente sussistendo il grave pericolo della reiterazione del reato. Questa giovane donna presentatasi alla Caramella Buona deve essere un esempio per tutte le vittime, perché pur essendo in tenera età, è sfuggita al suo aguzzino, nonostante non sia stata minimamente aiutata da tutto il contesto che le è vissuto intorno”.