Vitalizi, ecco quanto ci rimettono gli ex deputati reggiani

12 luglio 2018 | 15:21
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Vitalizi, ecco quanto ci rimettono gli ex deputati reggiani

Il salasso maggiore è per Pierluigi Castagnetti che vede dimezzato il suo emolumento, ma anche Elena Montecchi perderà un terzo della sua pensione

REGGIO EMILIA – L’ufficio di presidenza della Camera ha dato disco verde alla delibera del presidente Roberto Fico che taglia i vitalizi degli ex deputati, ricalcolando gli assegni percepiti in base al metodo contributivo. I sì sono stati 11: 9 della maggioranza M5s e Lega, 1 del Pd e 1 di Fdi. I deputati di Forza Italia si sono astenuti. La delibera sarà effettiva a partire dal primo gennaio 2019.

Fico ha detto, a chi gli ha chiesto se non è preoccupato di una eventuale bocciatura della Corte costituzionale: “Non sono preoccupato. Ho scritto una delibera forte, sostanziale e sostanziosa che riapra ad un’ingiustizia” facendo proprio un principio “costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali”. Il provvedimento sarà comunque quasi sicuramente impugnato dagli ex deputati che dal primo gennaio si vedranno decurtati il vitalizio. Ma chi sono gli ex deputati reggiani che rischiano di vedersi ridotta la “pensione”? Siamo andati a cercarli nell’elenco completo pubblicato da Repubblica on line.

Si parte con la sforbiciatina toccata a Emerenzio Barbieri, tre legislature, in pensione dal 2013, all’età di 66 anni, che da 6mila e 497 euro passerà a 5.430 euro con una differenza del 16%. Il taglio più consistente tocca a Pierluigi Castagnetti, cinque legislature, in pensione dal 2000, all’età di 55 anni, che passerà da 8mila e 935 euro a 3mila e 976 euro con una differenza del 55%. Si passa poi a Giuseppe Amadei, sette legislature, in pensione dal 1987, all’età di 67 anni, che passa da 10mila e 133 euro a 8mila e 216 euro, con una differenza del 18%.

C’è poi Antonio Barbieri, una legislatura, andato in pensione nel 2017, a 65 anni, che passa da 3mila e 108 euro a mille e 890 euro con una decurtazione del 39%. Mario Monducci, una legislatura, andato in pensione nel 2010, a 60 anni, che passa da 3mila e 108 a mille e 391 con un calo del 55%.  Per lui scatterà la cosiddetta soglia di “sopravvivenza” che per i casi minimi ammonterà a 1.470 euro lordi mensili. Discreta sforbiciata anche per Elena Montecchi, sei legislature, andata in pensione nel 2006, a 51 anni, che va da 10mila e 9 euro al mese a 6mila e 658 euro, con una differenza del 33,4%.

Vediamo poi Romano Prodi, due legislature, andato in pensione nel 1999, a 60 anni, che passa da 4mila e 725 euro a 3mila e 860 euro, con una differenza del 18%. Si passa poi ad Adriano Vignali, due legislature, andato in pensione nel 2001, a 59 anni, che passa da 4mila e 725 euro a 3mila e 423, con una differenza del 27%. Infine Mauro Del Bue, tre legislature, in pensione dal 2008, a 57 anni, che passerà da 6mila e 590 euro a 4mila e 445 euro, con una differenza del 32%