Editoriale

Lo stupro e la propaganda di Salvini e Vinci

25 luglio 2018 | 06:38
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Lo stupro e la propaganda di Salvini e Vinci

Il deputato e il ministro, se veramente volessero fare qualcosa di utile per il loro Paese, invece che improvvisarsi uffici stampa e solleticare gli istinti peggiori degli italiani, farebbero bene ad occuparsi di leggi che tutelino donne contro le violenze

REGGIO EMILIA – Il ministro Salvini ha annunciato ieri mattina l’arresto di un presunto stupratore a Reggio Emilia con un post su Facebook, anticipando la questura locale che ha dato la notizia in una conferenza stampa ieri pomeriggio alle 15. Un’anomalia assoluta. Il ministro dell’Interno che si sostituisce all’ufficio stampa della questura locale non per annunciare l’arresto di un personaggio illustre, ma di un balordo che avrebbe compiuto un reato odioso, certo, ma purtroppo comune. Qual è la particolarità che rende, per Salvini, così appetibile la notizia tanto da scomodarsi (o meglio da scomodare chi gli gestisce la pagina)? Il fatto che l’autore del reato sia un richiedente asilo ucraino.

Continua il vicepremier dopo aver fatto i sacrosanti complimenti alla polizia di Stato che non si sa quanto abbia gradito la sua incursione: “Per la sinistra la nostra linea sarebbe ‘troppo dura’. Sbagliato, inaspriremo leggi troppo deboli: via dall’Italia i clandestini delinquenti, via ogni forma di protezione a chi si macchia di questi reati schifosi!”. In un post odierno, continuando nella sua attività di ufficio stampa, il ministro ci informa che “un richiedente asilo, un africano del Mali, è stato arrestato dalla polizia di Piacenza per violenza sessuale su una bimba di 9 anni. Una bimba di 9 anni… Che schifoso. Penso che chi ‘chiede asilo’ e poi commette un simile reato meriti una punizione più dura di altri, per la fiducia tradita”. Gli fa eco il deputato reggiano, Gianluca Vinci, che scrive: “Servono pene più severe per i richiedenti asilo”.

A parte che non si capisce cosa c’entrino le tematiche dell’immigrazione con lo stupro, occorre fare notare al ministro e al deputato che non ci risulta tutto questo loro attivismo ogni qual volta, e succede spesso, una donna viene violentata da un italiano o da un cittadino comunitario, o viene picchiata e stalkerizzata da mariti e fidanzati nostrani. Come mai? Seguendo il loro ragionamento sono questi crimini minori e degni di minore attenzione? Diremmo proprio di no. O forse è perché vengono compiuti da non immigrati e non rientrano nella loro agenda politica? Non vorremmo mai pensarlo.

Ma qui c’è un altro aspetto inquietante dal punto di vista giuridico. Il pensiero che si possa aggravare la sentenza da applicare a un soggetto in base alla sua etnia o provenienza geografica. Il fatto che sia straniero (preferibilmente extracomunitario pare di capire) per Salvini e Vinci costituisce un’aggravante che va punita più severamente. Difficile che un concetto giuridico del genere possa essere considerato costituzionale e fa specie che un avvocato come Vinci non lo capisca.

La verità è che lo stupro è un reato odioso, indipendentemente da chi lo commette e che chi si macchia di un crimine di questo tipo deve essere punito molto severamente. Purtroppo stupri e violenze contro le donne avvengono a tutte le latitutidini e da parte di tutte le etnie. Salvini e Vinci, se veramente volessero fare qualcosa di utile per il loro Paese, invece che improvvisarsi uffici stampa e solleticare gli istinti peggiori degli italiani, farebbero bene ad occuparsi di leggi che tutelino donne contro le violenze.