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Decreto dignità, fisco light e licenziamenti più cari

2 luglio 2018 | 16:59
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Decreto dignità, fisco light e licenziamenti più cari

Indennizzo licenziamenti ingiusti aumenta del 50%. Rivista, nell’ultima bozza, la norma sulle delocalizzazioni: multe per le imprese che delocalizzano

REGGIO EMILIA – “Guerra al precariato, “licenziamo” il jobs act”. E’ quanto affermano fonti di governo anticipando alcuni dei punti contenuti nel decreto dignità che dovrebbe essere varato nel Cdm di questa sera. Per i lavoratori interinali, spiegano, è prevista l’estensione delle stesse tutele degli altri lavoratori. Previste inoltre “più tutele per i lavoratori senza penalizzare gli imprenditori onesti”, si sottolinea ancora.

Nel decreto, secondo quanto previsto da una delle ultime bozze del decreto, è previsto un pacchetto fisco ‘light’ con ritocchi al redditometro. C’è anche lo slittamento della scadenza dello spesometro al 28 febbraio (dal 30 settembre) e lo stop allo split payment solo per i professionisti.

Nel provvedimento anche la tutela dei lavoratori con “importanti” disincentivi ai licenziamenti ingiusti con l’aumento del 50% dell’indennizzo che può arrivare anche a 36 mensilità.

“Il preconsiglio dei ministri è oggi. Ma anche il consiglio dei ministri è stasera perché non c’è solo il decreto dignità da discutere, ma anche altri temi”. Lo afferma il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza stampa anticipando che il decreto conterrà “interventi sul contratto a tempo determinato e a tutele crescenti”.

Rivista, nell’ultima bozza del decreto dignità che l’Ansa ha visionato, la norma sulle delocalizzazioni che farà scattare multe da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto per le imprese che delocalizzano “entro cinque anni dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata”. Una prima versione indicava un arco temporale di 10 anni. La stretta resta sia per chi lascia l’Italia per un Paese extraeuropeo si per chi trasferisce l’attività, anche in parte, in uno dei Paesi dell’Unione. Il beneficio, inoltre, andrà restituito con gli interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali.