Gino Strada: “Migranti che muoiono in mare: è la nuova Shoah”

12 luglio 2018 | 13:59
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Gino Strada: “Migranti che muoiono in mare: è la nuova Shoah”

Il fondatore di Emergency: “Nessuna differenza fra Salvini e Minniti. Anzi, se devo dire chi fra i due, indirettamente, con la sua politica in Libia, ne ha condannati a morte di più, è l’ex ministro degli Interni”

REGGIO EMILIA – “La cosa che mi preoccupa di più è il silenzio. Questa è una società ancora anestetizzata e non ha capito che ci sta capitando davanti agli occhi una nuova Shoah. In modi e con bersagli diversi, ma la logica è la stessa”. Lo ha detto ieri sera Gino Strada, commentando la morte dei migranti in mare, nel dibattito “A casa loro. Migranti contro poveri?” al circolo Arci “Le ciminiere” di Cà de Caroli a cui hanno partecipato circa 500 persone. Con lui l’attore ed ex consigliere regionale della Lombardia Giulio Cavalli. Reggio Sera ha intervistato Gino Strada prima del dibattito. Ecco cosa ci ha detto.

Salvini vuole chiudere i porti alle navi che trasportano migranti. Fa campagna contro l’immigrazione e vola nei sondaggi. In questa provincia, nei giorni è scorsi, è stato sfregiato, con una svastica e un cappio al collo, un manichino messo in strada dalle suore che indossava una maglietta rossa. Cosa sta succedendo a questo Paese?
La vicenda del manichino, anche se in sé è una sciocchezza, è un sintomo preoccupante per il messaggio che contiene. Un messaggio molto pericoloso che arriva anche dalla politica e dalle istituzioni. Qui si sta discutendo se sia un obbligo morale o no salvare la vita delle persone. Fra l’altro la politica di oggi di Salvini è la continuazione di quella di ieri di Minniti.

Non vede differenze fra le due politiche?
No, non ci sono. In modi diversi tutte e due le politiche producono morte e sofferenze delle persone. Questa cosa è pazzesca perché l’omicidio è sempre stato considerato un crimine in tutte le culture ed epoche storiche. Noi esseri umani ce lo abbiamo dentro il fatto che è una follia ammazzare uno come noi.

Quindi, secondo lei, non c’è nessuna differenza fra Minniti e Salvini?
E dove è la differenza? Anzi, se devo dire fra i due chi ne ha condannati a morte di più, indirettamente, con la sua politica in Libia, è Minniti.

Sta parlando degli accordi con il governo libico stipulati dall’ex ministro degli Interni?
Sono stati pagati assassini, torturatori e delinquenti per impedire che questi poveri disgraziati potessero trovare uno sbocco al loro sogno. E questa è la politica di un Paese come l’Italia con la sua tradizione di civiltà e di cultura? Con la sua Costituzione nata dalla Resistenza? Se è nata dalla Resistenza, allora facciamola vivere e rispettiamola. Abbiamo avuto governi che si richiamavano a quegli ideali e hanno votato la guerra sempre e comunque. Guerre di cui non sappiamo niente. Il nostro Paese è andato in guerra 17 anni fa in Afghanistan e nessuno ne parla più.

C’è molto silenzio, se non accondiscendenza, nell’opinione pubblica su quello che sta accadendo in Italia. Cosa ne pensa?
E’ una delle tante bufale che stanno mettendo in giro ad arte. Mi rifiuto di crederlo perché è come avere cancellato, con il capopolo di turno, uno lunga storia.

Gino Strada

Ma sui social la gente sembra apprezzare le politiche contro l’immigrazione di Salvini
Sui social c’è la spazzatura dell’intelligenza. Ormai si stanno divinizzando i social e ogni nostro pensiero e nostra emozione deve essere raccontato lì.

Eppure danno un’idea della temperatura dell’opinione pubblica su certi temi. O no?
Guardi, una volta, quando ero ragazzo, c’erano i contestatori, ma la maggior parte delle persone non contestava e non diceva neanche di no. Si fa presto a dire la gente la pensa così. Ma chi lo dice? Come lo si dimostra? Si stanno raccontando palle incredibili. E’ passata la storia dell’invasione e sono arrivate solo 40mila persone su 60 milioni di italiani. Due giorni fa c’era ancora la palla dell’ammutinamento su quella nave (la Vos Thalassa che ha soccorso i migranti, ndr). Pensi a uno che, finalmente, dopo tutto quello che gli è successo, è su un barcone e il capitano gli dice: ‘Adesso ho chiamato i libici e ti vengono a prendere. Come minimo ti arriva un pugno'”.

Come vede il futuro dell’Italia?
Salvini farà il Salvini, ma l’importante è quello che farà la società sana italiana che, per ora, è un po’ anestetizzata, forse perché ancora non crede ai suoi occhi. Se, per certi aspetti, può essere comprensibile il silenzio di chi ci ha governato fino a pochi mesi fa e ha fatto le stesse cose ed è meglio che stiano zitti, è meno comprensibile il silenzio delle persone perbene che ci sono in questo Paese. Le persone perbene potranno fare la differenza e non gli apparati di partito. La domanda che ci si pone davanti è semplice. L’omicidio è stato sempre considerato un crimine. Questo oggi viene messo in discussione. E’ lecito uccidere? E’ lecito condannare a morte delle persone? A questa domanda la società deve rispondere. E io sono ottimista che si possa spazzare via gli untori di odio e tornare ad essere un paese civile”.