Interventi

“Via Gran Sasso, un’antenna cresciuta nell’ombra: ora vogliamo un incontro vero”

11 giugno 2018 | 15:25
Share0
“Via Gran Sasso, un’antenna cresciuta nell’ombra: ora vogliamo un incontro vero”

Francesco Mariani: “La riunione del 2015 è stata una farsa di cui nessuno in Via Gran Sasso ne aveva avuto notizia, figuriamoci nelle altre vie limitrofe”

REGGIO EMILIAPochi giorni fa è iniziata una raccolta firme per richiedere un incontro pubblico sul tema dell’antenna Wind in costruzione in via Gran Sasso d’Italia. Cinque giorni ed un intero quartiere si è mobilitato per due motivi evidenti ed oltremodo preoccupanti: si sta costruendo un abominio con delle caratteristiche ed un posizionamento francamente difficili da giustificare ed il tutto è stato portato avanti praticamente di nascosto.

L’antenna, o stazione radio base che dir si voglia, di cui esistono già le fondamenta, sarà un palo alto 33m piantato nel bel mezzo di uno splendido parco, attaccato (e non è un eufemismo) ad un centro diurno, con un’antenna puntata dritta su di una scuola elementare ed in grado di accogliere sotto il suo amorevole ombrello di servizi e radiazioni non solo i suddetti centro diurno Melograno e la scuola primaria M. L. King, ma anche l’asilo Panda, le strutture sportive della Falk Galileo, due parchi molto apprezzati dai bambini perché ben attrezzati con giochi e porte da calcio, il centro sociale Buco Magico, la parrocchia di S. Anselmo con annesso il frequentatissimo oratorio ed il tutto per non parlare delle decine e decine di strutture residenziali i cui condomini saranno felicissimi di poter ricevere anche la notte in camera da letto un segnale cellulare di 4 tacche… ma solo se hanno operatore Wind.

Ma com’è possibile che la popolazione che frequenta il quartiere (e date le strutture ricettive che lo caratterizzano non si tratta solo dei residenti) si sia svegliata solo adesso e stia facendo tanto rumore ora che il cantiere è già stato aperto con tutte le autorizzazioni del caso? Il progetto risale al 2015 e nel dicembre di quell’anno è stata fatta una riunione aperta a tutti al centro sociale Buco Magico andata quasi deserta. Perchè non ci si è mossi prima? Perchè non quando la collocazione esatta era ancora da stabilire e non erano state date tutte le autorizzazioni? Perché muoversi in terribile ritardo a giochi ormai fatti? Semplicemente perchè nessuno ne sapeva nulla.

La riunione del 2015 è stata una farsa di cui nessuno in Via Gran Sasso ne aveva avuto notizia, figuriamoci nelle altre vie limitrofe… Il tutto è stato portato avanti con il più basso profilo possibile, per evitare nella maniera più assoluta che chiunque avesse un minimo di sale in zucca potesse anche solo subodorare quello che sarebbe successo. Anche il cantiere è iniziato in sordina, tutto attaccato al centro diurno in modo che sembrassero normali lavori alla struttura e con il cartello dei lavori messo nell’angolo di minor passaggio. Poi, per fortuna, qualcuno è stato abbastanza curioso da cercare di capire cosa stavano facendo e si è scoperchiato il vaso di Pandora facendo insorgere in una manciata di giorni non solo tutto il quartiere ma anche quelli limitrofi e tutti i frequentatori di queste zone che pur non abitano. Pensate che se si fosse saputo prima non ci saremmo mossi in tempi più favorevoli?

E invece no, ci troviamo a fare una corsa disperata contro l’estate in cui tutti se ne vanno in vacanza ed i lavori sono liberi di giungere a conclusione il più indisturbati possibile. Questo non è un problema solo del nostro quartiere, è un modus operandi che dovrebbe terrorizzare tutti gli abitanti del comune di Reggio Emilia. Se è questo il modo di fare della nostra amministrazione, potrebbe succedere a chiunque di aprire le finestre una mattina e trovarsi sotto casa un bel cantiere… Alle prime avvisaglie di mobilitazione ed alla richiesta già pressante di un incontro, l’amministrazione si è limitata a dire che non può farci nulla, che c’è una legge dello Stato che regolamenta la collocazione delle antenne e che tutto sommato è pur sempre peggio avere un telefonino in tasca. Ma io mi chiedo, non è forse vero che il Comune è un organo dello Stato? Come mai è stata richiesta dalla Wind al Comune una autorizzazione alla costruzione e come mai il Comune l’ha concessa se non aveva potere alcuno?

Lo sappiamo che i valori di riferimento risalgono al DPCM del 8 Luglio 2003? Lo sappiamo che in 15 anni sono stati condotti studi scientifici autorevoli sulla
nocività dei campi prodotti proprio dalle antenne di telefonia mobile? Questa vicenda delle antenne non fa venire in mente a nessuno quello che è accaduto con l’amianto, materiale all’inizio ritenuto prodigioso e di cui oggi ne sappiamo un po’ di più? E ancora, non è un terribile e colpevole mettere la testa sotto la sabbia il dichiarare che tanto fa peggio il cellulare? È come dire che, visto che Reggio è già inquinata, l’amministrazione comunale può tranquillamente autorizzare un po’ di inquinamento in più… Invito chiunque fa spallucce dicendo che tanto siamo immersi nei campi elettromagnetici ed anzi, fortunato chi sta sotto l’antenna perchè prende meno radiazioni, a trasferirsi a vivere qua e dormire abbracciato a questo bel palo di 33 metri. È questo il modo in cui una amministrazione tanto attenta al benessere dei propri cittadini, tanto avanti sul tema della partecipazione e del coinvolgimento del privato, così aperta da fare i laboratori di quartiere e da richiedere il nostro parere tramite mille incontri ed eventi su come migliorare la nostra città, è questo il modo in cui si pone di fronte a questioni che realmente riguardano la salute e la qualità della vita? È in questo modo furtivo che a Reggio si gestiscono le questioni scomode e scottanti?

Non ci servono a nulla i botta e risposta sui giornali a distanza di sicurezza, chiediamo semplicemente un incontro pubblico, un incontro vero, quello che doveva esserci tre anni fa, un incontro in cui confrontarsi apertamente, in cui ricevere delle spiegazioni ed in cui essere aperti a valutare alternative, e lo chiediamo in tempi brevi, prima che le vacanze estive forniscano un ultimo e definitivo alibi a questo abominio sviluppatosi nell’ombra. Reggiani, sappiate che questo non è solo un problema di Via Gran Sasso e che se questo modo di fare viene perpetrato senza che nessuno sollevi obiezioni, chiunque potrà trovarsi nei prossimi anni nelle nostre stesse condizioni.