Vezzano, la leggenda Massimo Vacondio non si tocca

20 giugno 2018 | 15:24
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Vezzano, la leggenda Massimo Vacondio non si tocca
Vezzano, la leggenda Massimo Vacondio non si tocca
Vezzano, la leggenda Massimo Vacondio non si tocca

Trequartista di qualità di Sassuolo, Reggiana e Carpi. Ha smesso di giocare a 46 anni dopo aver segnato una valanga di gol. Il mister: “Felice della riconferma, ora però abbiamo bisogno del supporto del paese”

VEZZANO (Reggio Emilia) – Una leggenda del nostro calcio, bomber d’altri tempi capace di occupare i piani alti dei nostri campionati fino alla soglia dei 47 anni. Punta centrale o trequartista, numero dieci anche nelle lunghe notti reggiane a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. Le primavere sulle spalle non contano quando puoi contare su doti mentali e tecniche di categoria superiore. Stiamo parlando di Massimo Vacondio, punta da combattimento e da serata di gala che, dopo più di mille partite disputate, ha appeso le consumatissime scarpette al chiodo per passare alla certamente meno emozionante carriera da allenatore.

“Segnare e giocare è il massimo, allenare mi piace ma non è paragonabile alla sensazione che hai quando entri in campo al fianco dei tuoi compagni”. Così l’attuale mister del Vezzano, fresco della riconferma alla guida della neopromossa compagine reggiana, squadra che si prepara ad affrontare, per la prima volta in assoluto, il difficile campionato di Promozione.

Massimo Vacondio ha fatto la storia vestendo la maglia di Reggiana e Sassuolo nei campionati di Serie B e Serie C oltre ad aver indossato le casacche di Carpi, Casalmaggiore, Bagnolese, Castellarano, Bibbiano, Arcetana, Viadana e Mirandolese, segnando bancali di gol e guadagnandosi così la stima e l’affetto di tutta la fauna del mondo dei dilettanti.

“Oggi il calcio locale è diverso, ci sono molte meno persone in tribuna e questo mi rende triste, quando ho iniziato a giocare la gente amava andare allo stadio, non importava se in campo c’era una gara di Serie B o una partita del Torneo della Montagna, oggi è tutto diverso…”.

Il mister ha inoltre parlato della prossima avventura, l’imminente debutto del Vezzano in Promozione: “Abbiamo vinto dopo una guerra con la Castelnovese che è durata per tutto il campionato, loro sono stati degli avversari leali e corretti e quindi non posso che augurargli tutto il bene. Noi siamo stati bravi a non cedere mentalmente e a trovare il sorpasso e la promozione diretta proprio nella gara finale. Ora dobbiamo fare i conti con questo salto di categoria, non sarà semplice ma la società è seria e ambiziosa, ha carte importanti da giocare e cercheremo di stare al passo con chi ha budget significativi da investire nel prossimo mercato”

Prima regola: squadra che vince non si cambia. Il mister però attende rinforzi utili e mirati, ma senza strafare: “Non servono grandi nomi, Vezzano non è certo il Real Madrid, ma è chiaro che alla nostra ossatura dovremo affiancare degli innesti di qualità, ragazzi capaci di darci una mano a difendere la categoria. Stiamo valutando tantissimi giovani, la nostra idea è quella di privilegiare una sorta di linea verde utile anche a promuovere il nostro progetto”.

Vezzano non è il Real Madrid, però è l’habitat giusto per gli allenatori emergenti: “I dirigenti del Vezzano hanno riposto in me tanta fiducia, questo mi rende molto felice e farò di tutto per non deluderli. La società non ci ha mai fatto pressioni e questo certamente gioca a nostro favore: abbiamo la possibilità di lavorare con molta serenità lasciando spazio anche a diversi giovani interessanti”.

Unico appello del mister al club e al paese: “Non mi serve Messi, però mi piacerebbe vedere molta più gente sugli spalti. Siamo una società sana che lavora con grande trasparenza, abbiamo ideali importanti: quello che ci manca è il pubblico. Venite al campo, venite a fare il tifo per noi, ne abbiamo bisogno”.