Torna EstAsia, il cinema d’Oriente

2 giugno 2018 | 08:41
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Torna EstAsia, il cinema d’Oriente

Il 5 giugno l’anteprima all’Arena Estiva Stalloni e poi dall’11 al 18 giugno al cinema Rosebud

REGGIO EMILIA – E’ stata presentata nei giorni scorsi la terza edizione del Festival EstAsia nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Magnani in cui sono intervenuti per spiegare l’iniziativa Davide Zanichelli, Presidente della Fondazione Palazzo Magnani, Graziano Montanini, Direttore del Festival estAsia Cinema d’Oriente, Alex Isabelle, Responsabile organizzativo del Festival e Sandra Campanini, Responsabile Ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia.

Inizierà il 5 giugno, festival cinematografico dedicato alla cultura asiatica che si propone di offrire un momento di riflessione sulla multiculturalità, ormai parte integrante della nostra quotidianità.  Curata da Cineclub Peyote, Fondazione Palazzo Magnani e Comune di Reggio Emilia e ospitata dal Cinema Rosebud, la serie di proiezioni si propone di affrontare, con un’angolazione diversa, le attuali problematiche legate all’interculturalità e all’integrazione. Non un festival rivolto solo ai cultori o agli addetti ai lavori, dunque, ma un momento di coinvolgimento e dialogo con le comunità straniere presenti nel tessuto provinciale e regionale.

“Estasia si pone perfettamente in linea con la cifra stilistica della Fondazione Palazzo Magnani – spiega nella sua introduzione il Presidente Zanichelli – in cui l’integrazione e la contaminazione di linguaggi artistici differenti si concretizza sposando progetti culturali attesi e particolari come questo.”

Il festival, forte della collaborazione dell’Ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia, compie, in questa terza edizione, un ulteriore passo avanti aumentando i film proposti (come si è evinto dall’intervento di Alex Isabelle, Responsabile organizzativo del Festival, che durante la conferenza di questa mattina ha narrato brevemente i film in programma nelle diverse serate), ospitando alcuni registi dei film in programma e istituendo un “premio estAsia” -realizzato  appositamente dall’artista reggiano Hu-Be- che verrà assegnato da una giuria d’eccezione composta da: Marcello Casarini (regista), Mirca Lazzaretti (fotografa e film-maker) e Maico Morellini (scrittore vincitore del Premio Urania e critico cinematografico).

Il lungo lavoro di selezione compiuto dal direttore del Festival, Graziano Montanini, insieme ad uno staff sempre più numeroso e attento ai nuovi stimoli provenienti dal mondo orientale e associazioni e comunità di immigrati, darà la possibilità di vedere anteprime e pellicole altrimenti difficilmente fruibili che raccontano di un mondo culturalmente lontano dal nostro, offrendo per questo vari spunti sulle relazioni tra Oriente e Occidente.

Il festival parte il 5 giugno all’Arena Estiva Stalloni con la proiezione di “A taxi driver”, pellicola proiettata nell’ambito del concept di Fotografia Europea 2018 “Rivoluzioni. Ribellioni, cambiamenti, utopie”. Vincitore del premio come miglior film al Korean Film Festival e di numerosi altri premi internazionali, il film racconta una storia vera, quella del giornalista tedesco Jürgen Hinzpeter e del tassista coreano Kim Sa-Bok durante la rivolta di Gwangju nel 1980 in Corea del Sud.

Anche quest’anno ogni giornata di programmazione sarà dedicata ad una tematica differente: la prima serata vedrà protagonista la Cina, per poi proseguire con argomenti quali le Architetture, gli Amori diversi, le Rivoluzione dello sguardo, il confronto tra Oriente e Occidente e Children.

Nella scelta dei film, maggior spazio è stato riservato alle pellicole provenienti dalla Cina, la nazione che più delle altre si sta affermando in campo internazionale grazie a una nuova generazione di registi dalla forte impronta autoriale. Importanza è stata data anche alle coproduzioni, con 4 film che esplorano il rapporto tra oriente e occidente: “Columbus”, girato negli Stati Uniti da un regista Sudcoreano; “Magic Kimono”, che unisce il regista lettone Māris Martinsons e Kaori Momoi, una delle più famose attrici giapponesi; “Oh Lucy!” che tra gli attori annovera l’americano Josh Hartnett; e “The night I swam” diretto da un regista giapponese insieme ad uno francese.

Tra le pellicole più interessanti possiamo citare anche “Operation Mekong”, ricercato action movie che ha sbancato i botteghini in Cina; “Malila the farewell flower”, che esplora le tematiche degli amori LGBT con una sensibilità e una simbologia tipiche del cinema thailandese moderno; “The great buddha+”, un divertentissimo omaggio a Clerks di Kevin Smith proveniente da Taiwan; “Pedicab” e “Pop Aye”, bellissimi road movie agrodolci tra i film più apprezzati dell’anno nei festival internazionali.