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Stadio Roma, indagato il sovrintendente Prosperetti

14 giugno 2018 | 16:04
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Stadio Roma, indagato il sovrintendente Prosperetti

Parnasi dal carcere: “Mai commesso reati”. Lanzalone si dimette da presidente dell’Acea. Raggi: “Parte lesa”. Nuove polemiche il giorno dopo gli arresti per corruzione. Conte: “No caso Roma ma caso corruzione Italia”

REGGIO EMILIA – IL sovrintendente Francesco Prosperetti, che si occupò del vincolo sulle tribune dell’ippodromo di Tor di Valle, è indagato nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma. Secondo la Procura l’ex capo segreteria del Ministro ai Beni culturali, Claudio Santini, “avvicinò il Sovrintendente Francesco Prosperetti chiamato a pronunciarsi sul vincolo” che poi fu tolto. Come riscontro la Procura indica “un incontro tra il Sovrintendente e il gruppo Parnasi il 19 maggio del 2017” e la successiva decisione di affidare al’architetto Paolo Desideri “la redazione di un progetto necessario per superare la questione del vincolo”.

Dalle intercettazioni emerge che Desideri “oltre ad essere amico di Prosperetti è anche il datore di lavoro della figlia Beatrice”. La procedura per il vincolo sulle tribune di Lafuente viene attivata il 15 febbraio 2017 e il 15 giugno dello stesso anno viene archiviata: nel frattempo Prosperetti era diventato direttore della nuova sovrintendenza speciale Archeologica-Belle arti-paesaggio di Roma. Secondo la Procura Santini per la sua “mediazione per conto di Parnasi” ha percepito “quale compenso per questa illecita attività 53.440 euro”.

“Non ho mai commesso reati. Abbiamo lavorato per anni, 24 ore al giorno, solo per realizzare un progetto”. E’ quanto l’imprenditore Luca Parnasi (foto) ha detto ai suoi difensori, gli avvocati Emilio Ricci e Giorgio Tamburrini, che lo hanno incontrato oggi nel carcere di San Vittore, dove si trova detenuto da ieri nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma.

“L’avvocato Lanzalone ha rimesso il mandato di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Acea SpA”. Così in una nota Acea comunica le dimissioni del presidente implicato nell’inchiesta sullo stadio della Roma e arrestato ieri. “Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 21 giugno 2018, assumerà le opportune determinazioni al riguardo”, conclude la nota.

Il giorno dopo gli arresti per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma, il M5s fa i conti con le inevitabili polemiche. La capogruppo in consiglio regionale del Lazio, Roberta Lombardi, in un’intervista a Repubblica sottolinea che il presidente di Acea, Luca Lanzalone, era stato portato a Roma ‘dal gruppo che si occupa di enti locali’, ma rilancia: ‘La differenza fra noi e gli altri dev’essere nella reazione. Il leader del M5s Di Maio chiede a Lanzalone di dimettersi subito’, l’ex assessore comunale Berdini attacca: ‘E’ peggio di Mafia capitale’.

Intanto Virginia Raggi parte al contrattacco. “La rassegna stampa è vergognosa – dice – i giudici dicono che io non c’entro niente e non c’è un giornale che abbia avuto il coraggio di riportare questa notizia. Il Comune, i romani e la società Roma calcio sono la parte lesa. Partono oggi le querele”.

Il dipartimento Urbanistica del Campidoglio, dopo gli arresti di ieri nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma, ha inviato una lettera alla società costruttrice Eunova per chiedere chiarimenti circa l’interlocutore dopo l’arresto del costruttore Luca Parnasi. A prendere le redini aziendali probabilmente subentrerà un curatore ‘commissario’. Ora si dovrà vagliare se tutti gli atti di dell’opera si confermeranno legittimi. Procedura che di fatto congela l’iter del progetto. L’iter amministrativo del progetto, secondo la road map tracciata prima che si scatenasse l’inchiesta, avrebbe dovuto portare entro la fine di luglio in aula Giulio Cesare la delibera del progetto modificato. In ogni caso ora si dovrà vagliare se tutti gli atti di un’opera al centro di un’inchiesta si confermeranno legittimi. Procedura che prenderà tempo.

Esiste un caso Roma? “Esiste in Italia un caso corruzione per cui dobbiamo stare sempre attenti, dobbiamo lavorare noi regolatori, autorità ovviamente come l’Anac e l’autorità giudiziaria ognuno nell’ambito delle sue competenza”.