Sos di Unindustria: “L’area mediopadana rischia l’oblio”

8 giugno 2018 | 15:53
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Sos di Unindustria: “L’area mediopadana rischia l’oblio”

Severi a governo e Regione: “Va connessa a porti Liguria e Toscana”

REGGIO EMILIA – “Alle condizioni date e a fronte di quanto annunciato, corriamo seriamente il rischio che nel volgere di pochi anni l’intero sistema mediopadano venga tagliato fuori dal flusso continentale di persone, merci e relazioni”. Una prospettiva “che gli imprenditori, gli amministratori e le comunita’ della via Emilia devono rifiutare con determinazione indicando possibili soluzioni e sollecitando opportune sedi di confronto e negoziazione”.

Lo afferma il presidente degl industriali di Reggio Emilia, Mauro Severi, che torna ad alzare la voce, chiedendo di valorizzare il cosiddetto “nodo mediopadano” dei trasporti con al centro la stazione reggiana dell’Alta velocita’. Il reggiano si rivolge da un lato al nuovo Governo che a breve riordinera’ il portafoglio delle opere infrastrutturali e dall’altro (non senza una vena critica) alla Regione che si avvia a ridefinire il proprio piano integrato dei trasporti (Prit).

In entrambi i casi, e’ l’appello degli industriali reggiani l’area compresa tra le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Piacenza, Mantova e Cremona, non puo’ restare in secondo piano. Per Severi occorrono quindi infrastrutture “sia per connettere la stazione Mediopadana dell’Alta Velocita’ all’area vasta che la circonda, sia per le relazioni logistiche con il sistema portuale dell’arco ligure-toscano, ovvero Genova, La Spezia e Livorno, che dovrebbe essere un interlocutore privilegiato delle strategie mediopadane di internazionalizzazione”. Invece bisogna constatare che, “paradossalmente, proprio quest’area a cosi’ elevata centralita’ non e’ attraversata da nessuno dei corridoi europei del programma denominato Ten-t”, dove si pensa di collegare i porti dell’arco ligure-toscano tagliando fuori la Via Emilia”.

Quanto alla Regione, conclude Severi, “le strategie logistiche pongono attenzione prevalentemente ai nodi di Bologna e Ravenna sottovalutando cosi’ l’ormai preminente ruolo logistico di Piacenza, i rapporti con Milano lungo l’asse della via Emilia e le politiche di espansione del sistema portuale ligure-toscano, con particolare riferimento all’enorme flusso di container provenienti dall’Asia”.