Rom, il M5S: “A Correggio il Pci voleva schedarli”. Marchi (Pd): “Stupidaggini”

22 giugno 2018 | 15:39
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Rom, il M5S: “A Correggio il Pci voleva schedarli”. Marchi (Pd): “Stupidaggini”

I pentastellati rispolverano un articolo de L’Avanti. L’ex sindaco: “Falso, erano solo controlli su bimbi a scuola”

CORREGGIO (Reggio Emilia) – A Reggio Emilia e’ scontro, sul filo della memoria, tra Pd e Movimento 5 stelle sui rom. La senatrice pentastellata Maria Laura Mantovani va all’attacco rispolverando un articolo de L’Avanti (il quotidiano dell’allora partito socialista) del 1987 e afferma: “A Correggio l’allora sindaco comunista Maino Marchi, poi diventato segretario Pds e deputato Pd per tantissime legislature, insieme all’assessore Pci Loretta Belloni volevano il patentino per i nomadi. Con tanto di dicitura”.

A contrastare quell’operazione, sottolinea Mantovani, “c’era l’Opera Nomadi’ presieduta da un giovane Alberto Melloni che oggi si ritrova a sostenere lo stesso partito di Maino Marchi”. Dunque, si chiede la parlamentare, “il Pd che oggi fa la morale a tutti, imparera’ ad avere un po’ di memoria e pudore? Basterebbe quella per affrontare con maggiore serenita’ ogni questione”.

Non si fa attendere la risposta di Marchi secondo cui “sarebbe bene conoscere la storia della propria citta’ prima di dire stupidaggini, come ha fatto la deputata Mantovani”. Il dem precisa che nonostante in molti fossero contrari, la giunta decise di consentire l’insediamento per un anno “e fu davvero un solo anno” di alcuni rom vicino alla piscina. Nello stesso tempo, puntualizza Marchi, “cercammo di governare la situazione. Certamente dovevamo sapere chi erano le famiglie e i loro componenti che si sarebbero insediati. Altrimenti come sarebbe stato possibile controllare la regolare frequenza delle scuole da parte dei bambini?”.

L’articolo de L’Avanti

Avanti

Per questo “chiedemmo- prosegue Marchi- non facemmo nessuna imposizione, ai nomadi di non fare la spesa solo nei negozi di quel quartiere, ma di tutta la citta’”, non “per discriminarli, ma per rendere piu’ agevole la convivenza”. Alla fine, conclude Marchi, “in quel quartiere, si formo’ anche un comitato (molti comunisti) di cittadini che fecero diverse azioni di solidarieta’ con i nomadi”.