Le rapine del “branco”, arrestati tre giovanissimi

13 giugno 2018 | 06:18
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Le rapine del “branco”, arrestati tre giovanissimi

In carcere Milklad Rrapi, albanese, 19 anni, considerato il “capo”, Florinel Sebastien Delcea, rumeno, 20 anni. Ai domiciliari Anghel Petru, moldavo, 19 anni. Gli sono contestati cinque colpi

REGGIO EMILIA – Era “Canaglia gang” il nome scelto dal branco di giovanissimi, autore a Reggio Emilia da settembre del 2017 di tre rapine (piu’ altre due tentate, ndr) contro coetanei, a volte anche minori, presi di mira e derubati con la violenza di pochi spiccioli e telefoni cellulari. Veri e propri reati e non “atti di bullismo o ragazzate”, sottolinea la Questura reggiana, commessi da un gruppo a composizione variabile – dalle cinque alle otto persone – formato sia da italiani che da stranieri.

Una banda ai cui crimini, “preoccupanti perche’ in crescendo fino ad arrivare all’uso di un coltello nell’ultimo episodio” e commessi “solo per dimostrare di esserne in grado e affermarsi come padroni del territorio”, ha messo oggi fine la squadra Mobile della Polizia. Dopo gli arresti in flagranza avvenuti il 28 maggio scorso (nei confronti di tre soggetti, di cui due minori, appartenenti al gruppo che da tempo era monitorato), sono infatti state eseguite oggi altre tre ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del tribunale di Reggio Emilia Luca Ramponi su richiesta del sostituto procuratore Claudio Santangelo.

In carcere sono finiti Milklad Rrapi, 19enne nato in Albania e considerato il capo, e Sebastien Delcea, rumeno di 20 anni. Per Anghel Petru, nato in Moldavia 19 anni fa, e’ stata disposta invece la misura degli arresti domiciliari. C’e’ infine un quarto indagato, una sorta di “esperto informatico”, appena maggiorenne che “craccava” i telefoni sottratti alle vittime delle rapine ed e’ accusato di ricettazione. I reati contestati ai tre arrestati sono di rapina aggravata e lesioni. Per risalire ai giovani rapinatori gli investigatori si sono avvalsi dei tabulati dei telefoni rubati, ma anche dell’ascolto delle persone offese.

Da queste testimonianze, spiega il dirigente della squadra Mobile della Questura Guglielmo Battisti, “e’ emerso il timore che noi nutriamo dell’esistenza di un ‘sommerso’ molto grosso di reati non denunciati. Per questo facciamo appello anche ai genitori a venire a denunciare situazioni capitate ai figli, che vanno affrontate senza nascondersi”.

L’appello delle Forze dell’ordine arriva dunque a contrastare la paura instillata dalla ‘gang’ nelle vittime (adolescenti tra i 15 e i 17 anni) tale che uno dei rapinati ha persino abbandonato la scuola. Le “prede”, come la banda le definiva in rete, venivano sempre accerchiate da sole da piu’ componenti, portate in luoghi appartati e derubate. Un trattamento riservato ad una di loro con cadenza settimanale da oltre un anno. Gli episodi si sono verificati in un caso in un centro commerciale e in altri quattro nella zona del Parco del Popolo e del polo scolastico di via Makalle’. La Questura prosegue ora le indagini per individuare gli ultimi membri della baby gang