Ferrarini, bene il fatturato: ma l’indebitamento è troppo alto

14 giugno 2018 | 17:53
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Ferrarini, bene il fatturato: ma l’indebitamento è troppo alto

I ricavi sono schizzati a 335 milioni, ma i crediti verso le banche sono arrivati a 250 milioni. I fondi Italmobiliare e Quattro R dovranno passare da Sga per acquisire la maggioranza

REGGIO EMILIA – Per acquistare la maggioranza della Ferrarini i fondi Italmobiliare e Quattro R dovranno passare da Sga, la Società per la gestione di attività (Sga), acquisita dal ministero dell’Economia e delle Finanze nel 2016 creata nel 1997 come sorta di “bad bank” alla quale sono state trasferite le sofferenze bancarie. Il perché è presto detto dato che Sga è impegnata nel recupero dei crediti deteriorati e delle passività girategli da BpVi e Veneto Banca.

Il business di Ferrarini, alimentare, va bene dato che i ricavi sono passati dai 253 milioni del 2016 ai 335 del 2017, ma il problema è l’indebitamento bancario dato che per sostenere la crescita il gruppo reggiano ha fatto ricorso al debito che è salito a 250 milioni circa, di cui 112 milioni circa facenti capo alla società operativa. Di questi, una trentina sono relativi a prestiti concessi da Unicredit, altrettanti da Veneto Banca (le cui passività sono poi state girate a Sga), una ventina a Intesa Sanpaolo, una decina a Banco Bpm ed importi minori verso Carisbo, Credit Agricole Cariparma e Banca del Mezzogiorno.

Dei 138 milioni circa di debito che gravano su altre società del gruppo, un centinaio sarebbe stato concesso sempre da Veneto Banca e poi finito in pancia a Sga, che è dunque il principale creditore del gruppo con circa 160 milioni di euro di crediti.

La quota, secondo quanto riporta Affari italiani, verrebbe suddivisa su base paritetica tra Italmobiliare e QuattroR e deriverà, una volta definiti gli accordi con Sga e gli altri creditori finanziari coinvolti, in parte dall’acquisto di quote dei Ferrarini, in parte dalla sottoscrizione di un aumento di capitale destinato a ridurre l’esposizione debitoria, per un investimento complessivo di circa 100 milioni.

Finora l’azienda era rimasta saldamente sotto il controllo della famiglia omonima, tramite le holding lussemburghesi Elle Effe Sa, e Agri-Foods Investments Sa, ma ora probabilmente passerà di mano anche se, a quanto pare, l’ntenzione dei due fondi italiani, è di lasciare al comando la famiglia capitanata da Lisa Ferrarini.