La crisi

Stasera niente governo, il Colle non forza i tempi

30 maggio 2018 | 16:49
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Stasera niente governo, il Colle non forza i tempi

Cottarelli non tornerà già questa sera al Quirinale per sciogliere la riserva. Nel pomeriggio anche Di Maio si è recato al Colle. ‘O governo politico o voto’, ha detto il capo politico 5S. Salvini: ‘Esecutivo con squadra già presentata’. Dalla Lega nessun ostacolo a soluzione d’emergenza, poi però il voto

REGGIO EMILIA – Il presidente del Consiglio incaricato Carlo Cottarelli non tornerà già questa sera al Quirinale per sciogliere la riserva. Al Colle, si è appreso, Mattarella e Cottarelli hanno deciso insieme di non forzare i tempi per un eventuale governo politico.

“Governo politico o voto”. Questa è la posizione ufficiale dei 5 stelle, espressa da Luigi Di Maio, circa la possibilità di non votare contro un esecutivo tecnico guidato da Carlo Cottarelli. “Come Lega le abbiamo provate tutte per dare un Governo a questo Paese – ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini -. Con il centrodestra non andava bene, con i Cinque Stelle non andava bene. Noi ci siamo. Basta che non perdano più tempo e non prendano più in giro le persone. O si beccano il programma e la squadra che abbiamo presentato oppure facciano altro e ci facciano votare”.

“Tutti sanno come la penso dal 4 marzo – ha detto ancora Salvini -. Abbiamo coerenza e lealtà. Se si vuole c’è un contratto di governo con una squadra pronta. Eravamo pronti a partire la settimana scorsa e non ce lo hanno permesso. Basta che nessuno metta veti al programma o alla squadra”. I giochi sono ancora aperti, dunque? “Sì ma gli italiani si stanno stufando. Si tratta di un momento estremamente delicato. Noi attendiamo”, aggiunge.

Il leader della Lega ha stoppato l’idea di un governo politico con Luigi Di Maio e chiesto al Colle di votare presto ma non a luglio (“perché ci sono le sacrosante ferie degli italiani e i lavoratori stagionali”).

Ora si parla di ‘non sfiducia tecnica’ della Lega al governo che Sergio Mattarella ha chiesto a Carlo Cottarelli di formare. Come questo possa realizzarsi (astensionismo, uscita dall’Aula o altro) non è ancora chiaro. Ma di certo Salvini permetterebbe ad un nuovo governo tecnico di presentarsi al G7 in Canada, al Consiglio Europeo di Bruxelles a giugno, al vertice Nato a luglio, e soprattutto di fare la legge di bilancio prima di andare al voto ai primi di ottobre.

Dal 4 marzo – ragionano fonti leghiste – per dare un governo al Paese abbiamo provato tutto, abbiamo rinunciato alle presidenze di Camera e Senato, alla presidenza del Consiglio. Abbiamo provato la strada con il centrodestra e poi con il M5S. Ora Salvini sarebbe pronto anche alla ‘non sfiducia tecnica’ a Cottarelli. Ma quando i cronisti chiedono al leader della Lega se il governo che dovrà traghettare il paese oltre l’estate possa essere politico lui prende le distanze: “Lo apprendo da voi”.

E Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega alla Camera, chiude: “Un governo politico? Ci abbiamo provato, non ci siamo riusciti. Sono solo voci”. Ma è proprio il premier incaricato Carlo Cottarelli – secondo fonti a lui vicine – a tenere ancora alta l’ipotesi. “Durante l’attività del Presidente del Consiglio incaricato per la formazione del nuovo Governo sono emerse nuove possibilità per la nascita di un Governo politico. Questa circostanza, anche di fronte alle tensioni sui mercati, lo ha indotto – d’intesa con il Presidente della Repubblica – ad attendere gli eventuali sviluppi”, spiegano. In tutto ciò Luigi Di Maio si mette di traverso, pronto a votare contro al governo Cottarelli. “È un governo che non ha un voto nel popolo né un voto in Parlamento.

Non solo non c’è una maggioranza, ma rischia di trasformarsi nell’unico governo della storia senza un singolo voto di fiducia”, attacca chiedendo di andare alle elezioni. Passaggi che il Quirinale segue di ora in ora con attenzione estrema, mentre Carlo Cottarelli è alla ricerca di voti che sostengano il suo esecutivo.

La Commissione Ue ha “piena fiducia nel processo costituzionale che si sta svolgendo in Italia e nel presidente della Repubblica”, ha detto un portavoce della Commissione rispondendo a diverse domande sull’Italia. “Non sta alla Commissione intervenire nei dibattiti politici e entrare in un processo che si svolge in Italia”, ha aggiunto, precisando però che “il ruolo dell’Italia nell’Ue è importante, è un grande Paese e quello che succede è altrettanto importante perciò Juncker ha ribadito la sua fiducia”.