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Confcommercio: “Basta polemiche, lavoriamo per correggere la norma”

9 maggio 2018 | 13:26
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Confcommercio: “Basta polemiche, lavoriamo per correggere la norma”

La presidente Prampolini replica al Codacons dopo un’indagine compiuta dall’associazione di consumatori secondo cui solo uno o due su dieci saccheti sarebbe regolare nella nostra città

REGGIO EMILIA – “La norma sui sacchetti biocompostabili per gli alimenti sfusi, che sta decisamente penalizzando il reparto ortofrutta da inizio anno, è sbagliata e lo diciamo da mesi, ma continuare a rinfocolare la polemica, come sta facendo il Codacons in queste ore, di certo non aiuta”. Lo dice il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia, Donatella Prampolini Manzini.

Secondo un’indagine compiuta dall’associazione di consumatori, infatti, soltanto uno o due su dieci saccheti sarebbe regolare nella nostra città, cioè conforme al decreto del giugno 2017 che ha imposto l’utilizzo dei sacchetti “bioshopper” di plastica biodegradabile, con un contenuto di materia prima rinnovabile non inferiore al 40%, per l’imballaggio dei generi alimentari. Per questo motivo il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica ipotizzando i reati di truffa, danno ambientale e pericolo per la salute e pubblica.

“Nell’indagine resa nota dal Codacons in questi giorni – spiega Prampolini Manzini- si dichiarano percentuali di mancato rispetto della normativa, fuori dal mondo, con l’unico effetto di continuare a puntare i riflettori su un tema sul quale si deve lavorare in maniera seria e senza inutili allarmismi. Confcommercio chiede da sempre che vi sia la possibilità di non far pagare il sacchetto al consumatore, ma nel frattempo i propri associati si sono adeguati sostituendo già dal primo gennaio i sacchetti in uso”.

“Sventolare percentuali di mancato rispetto della norma superiori al sessanta per cento –continua Prampolini Manzini- non sta né in cielo né in terra. Certamente qualche furbetto ci sarà, ma si tratta di casi sporadici. Chi ci guadagna in questo continuo polemizzare? Non di certo i consumatori e nemmeno i negozianti. I negozi tradizionali utilizzano quasi tutti i sacchetti di carta, esclusi dalla normativa in questione, mentre la distribuzione moderna si è tutta adeguata. Se pertanto i dati diffusi potessero essere equivocabili o tali da generare fraintendimenti non esiteremmo a chiedere i danni di immagine per la categoria”.

“Una volta per tutte – conclude Prampolini Manzini – cali il silenzio e si lavori seriamente per correggere le storture evidenti di questa norma. Non sarebbe meglio per tutti supportare la richiesta, che già Confcommercio ha avanzato a livello nazionale, di rendere questi sacchetti gratuiti invece che puntare a creare sulla questione uno stato di polizia sollecitando controlli e sanzioni quando la normativa è ancora confusa e ingestibile?”.