Il processo alla 'ndrangheta |
Cronaca
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Aemilia, la difesa di Valerio: “Chiesta pena sproporzionata”

29 maggio 2018 | 16:52
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Aemilia, la difesa di Valerio: “Chiesta pena sproporzionata”

L’avvocato Falciani: “Al mio assistito 26 anni, al pentito Giglio solo 6”

REGGIO EMILIA – Per il collaboratore di giustizia Antonio Valerio, ritenuto credibile dalla Dda che ha basato sulle sue dichiarazioni gran parte delle accuse agli imputati del processo contro la ‘ndrangheta Aemilia, i pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi hanno chiesto in totale – tra rito abbreviato e dibattimento – una condanna a 25 anni e 10 mesi di reclusione.

Per questo Alessandro Falciani, difensore del “pentito”, non si trattiene nella sua arringa (tenuta oggi nel tribunale di Reggio Emilia) dal contestare la “particolare indulgenza” della Procura sulle richieste di pena. “Francamente – afferma il legal e- le ho trovate esagerate, addirittura forse sproporzionate. Lo dico senza vergogna nei confronti di tutti gli imputati”.

Per quanto riguarda la posizione del suo assistito “il trattamento sanzionatorio mi ha lasciato un po’ perplesso. Ricordo che lui ha confessato subito e si e’ accusato di altri reati per cui era stato assolto, mentre Giuseppe Giglio (altro collaboratore di giustizia, ndr) che ha iniziato a collaborare dopo la sentenza di primo grado ha avuto 12 anni e in appello ha avuto una condanna a sei anni. Mi rendo conto che la scelta del rito abbia influito, ma la sproporzione tra quasi 26 anni e sei, mi sembra evidente”. Nel mirino di Falciani finisce poi anche la misura aggiuntiva di due anni di “casa lavoro”, una volta espiata la pena, chiesta dall’accusa per gli imputati del rito abbreviato.

Visti i numerosi anni di reclusione in cui gli accusati potrebbero incorrere, “piuttosto- dice l’avvocato- bisognera’ allestire un reparto di geriatria. Trovo che la misura sia da escludere”. Per il suo assistito quindi Falciani chiede in primo luogo al Tribunale l’assoluzione “perche’ il fatto non sussiste” dal reato di associazione a delinquere di stampo mafioso o, in sub ordine, “la condanna per associazione normale”. Per le usure e le estorsioni contestate a Valerio si chiede invece in entrambi i riti “l’applicazione della legislazione premiale estesa nella sua massima portata e il minimo della pena, tenendo conto e dell’abbreviato e della collaborazione con la giustizia”. Questo anche in vista degli altri processi che un domani si apriranno a carico del collaboratore, per le dichiarazioni fatte in questi mesi.

Infine ha detto: “Volevo ringraziare la Procura, il Tribunale, il personale della cancelleria e i miei colleghi, che in questa citta’ mi hanno accolto con grande simpatia e disponibilita’ e un’accoglienza assolutamente straordinaria. Non era cosi’ scontato”.