Il processo alla 'ndrangheta |
Cronaca
/

Aemilia, avvocati in sciopero: slitta la fine dell’istruttoria

3 maggio 2018 | 15:54
Share0
Aemilia, avvocati in sciopero: slitta la fine dell’istruttoria

Per le trascrizioni sono stati spesi 58mila euro, ma il pm si lamenta: “Ne mancano molte”

REGGIO EMILIA – Slitta a martedi’ prossimo, 8 maggio, la conclusione della fase istruttoria del processo contro la ‘ndrangheta al nord Aemilia, tecnicamente prevista oggi a Reggio Emilia. L’udienza di questa mattina – dopo circa un mese di stop dei lavori – si e’ infatti risolta nel giro di un’ora dopo che gli avvocati difensori, con il consenso degli imputati, hanno dichiarato di aderire all’odierna giornata di sciopero dei penalisti contro la mancata attuazione della riforma penitenziaria.

Rimandati quindi gli ultimi adempimenti prima dell’avvio della discussione (con le requisitorie dei pubblici ministeri e le arringhe difensive) che partira’ cosi’ il 10 maggio. Entro martedi’ prossimo, dispone infatti un’ordinanza del presidente della Corte Francesco Maria Caruso, “dovra’ concludersi l’istruttoria dibattimentale”. Non mancano pero’ i nodi ancora aperti, in primis quello delle centinaia di migliaia di pagine di intercettazioni raccolte dalle forze dell’ordine durante le indagini, che il tribunale ha incaricato 10 periti di trascrivere.

Un tema che in questi mesi ha inciso sempre di piu’ sullo svolgimento del processo, in particolare a causa dal ritardo nel deposito del materiale da parte di uno dei professionisti (che oggi avrebbe dovuto essere ascoltato ma era assente, ndr) che si sta occupando tra l’altro delle conversazioni intercettate del “pentito” Antonio Valerio e della consulente finanziaria Roberta Tattini.

Non e’ tutto. Sebbene il tribunale abbia liquidato alle societa’ incaricate delle trascrizioni la somma di 58.000 euro, il pm Marco Mescolini segnala che “molte delle richieste non sono state prese in carico da nessuno dei consulenti”, pur essendo esiziali per l’accusa. Il magistrato lancia quindi la proposta, in fase di discussione, di far ascoltare al collegio direttamente le registrazioni e chiede di poter utilizzare i verbali dei Carabinieri delle parti “non lavorate” delle conversazioni captate, comprese quelle nell’auto del giornalista Marco Gibertini e in carcere dell’imprenditore Giuseppe Iaquinta.

Mescolini propone inoltre, rispetto alla difesa, “che ciascuna parte si avvalga della sua trascrizione”. Di tutto questo la Corte discutera’ nella prossima udienza, quando i periti fonici sono nuovamente convocati per essere esaminati sulle trascrizioni non ancora depositate. Comprensibile pero’ per il presidente Caruso che, nella sterminata mole di materiale raccolto, “qualcosa possa essere rimasto fuori”.