Disabili, un corso rompe il tabù sulla sessualità

24 aprile 2018 | 16:36
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Disabili, un corso rompe il tabù sulla sessualità

Farmacie comunali riunite prepara operatori e familiari ad affrontare il tema

REGGIO EMILIA – Rompere il silenzio e i tabu’ che circondano il tema della sessualita’ dei disabili e dotare le persone che gli stanno vicine – operatori, amici e familiari – di adeguati strumenti per facilitare la piena realizzazione affettiva e fisica di chi ha un handicap fisico o mentale. E’ questo l’obiettivo del corso di 30 ore, rivolto a 80 operatori e 20 “assistenti”, organizzato a Reggio Emilia nell’ambito del progetto della “citta’ senza barriere”, coordinato dall’azienda speciale partecipata al 100% dal Comune Fcr (Farmacie comunali riunite).

Si tratta del secondo step di un percorso iniziato nel 2016 con un questionario somministrato a 740 tra disabili, cittadini e personale sanitario che si occupa dell’assistenza (ma anche psicologi e referenti dei progetti sociali) per indagare vissuto e desiderata dei cittadini piu’ deboli in termini di prevenzione, salute e benessere, affettivita’, relazioni sentimentali e sesso. Dall’indagine era emerso che il 22% delle persone con disabilita’ intervistate ha avuto almeno una relazione nella sua vita, il 42% diverse relazioni e il 36%, quindi piu’ di una persona su tre, nessuna esperienza.

Queste persone oggi sono in larga maggioranza single. La maggioranza del campione aveva inoltre dichiarato di saperne complessivamente “poco o niente” sull’influenza della disabilita’ in ambito sessuale. “Parlare di sessualita’” includendola nell’anamnesi del paziente-utente, come emerge dai dati, era risultata una pratica poco diffusa: il 43% di operatori coinvolti nella ricerca ha dichiarato di investigare la sessualita’ “mai o raramente”, mentre dall’altro lato della scrivania, il 60% dei familiari aveva giudicato questa assenza di interesse.

Infine la parola piu’ frequente per definire la vita sessuale dei disabili usata dagli operatori era stata “bisogno”, mentre per i familiari “desiderio”. In conclusione era anche emerso che le persone con disabilita’ hanno una vita sessuale e quelli che ancora non ce l’hanno la desiderano e tutti i rappresentanti del campione si erano detti disponibili a seguire corsi di formazione specifica sull’argomento. “Affrontiamo pubblicamente un tema complesso di cui si parla molto poco nell’opinione pubblica, a maggior ragione nel caso dei disabili – sottolinea il vicesindaco Matteo Sassi – perche’ dalla nostra indagine del 2016 e’ emerso chiaramente che anche gli operatori hanno bisogno di strumenti e formazione”.

Annalisa Rabitti, presidente di Fcr, aggiunge: “Il silenzio su questi argomenti e’ uno sgarbo alla personalita’ dei disabili a cui dobbiamo rimediare affrontando l’ipocrisia, la negazione e la vergogna”. Per Laura Mauri, responsabile del servizio Handicap adulti dell’Ausl reggiana, “occorre affrontare questi temi come facciamo con l’educazione sessuale per gli adolescenti, che vanno accompagnati per non creare pasticci e danni a se stessi”. La giornata inaugurale del corso si e’ svolta ieri con una lezione di Fabio Veglia, professore ordinario di psicologia clinica all’Universita’ di Torino, considerato il maggior “esperto nazionale” nel campo della sessualita’ dei disabili. A seguire verranno organizzati dei gruppi di lavoro su specifici argomenti, come tra cui la fisiologia del rapporto sessuale nelle persone “diversamente abili”.