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Rosato: “Renzi non sarà in corsa per le primarie”

8 marzo 2018 | 19:05
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Rosato: “Renzi non sarà in corsa per le primarie”

Orlando: “Alleanza con M5S trovata mediatica di Renzi”. Il leader della minoranza Dem: “Per la presidenza delle Camere l’intesa garantisca tutti”

REGGIO EMILIA – Matteo Renzi non sarebbe intenzionato a correre alle prossime primarie del Pd. “Renzi non parteciperà alle prossime primarie del partito. Lo farà Calenda? Si è appena iscritto”. Lo si legge su twitter che riporta uno stralcio dell’intervista al capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato di questa mattina a Omnibus. Rosato, che dunque esclude la possibilità che Calenda corra alle primarie Pd, afferma poi con forza l’intenzione del suo partito di non voler dar vita ad un governo nè con il centrodestra nè con il M5s. “Chi ha ricevuto dagli italiani il mandato a governare lo faccia e dimostri le proprie capacità”.

Intanto la minoranza Dem va all’attacco del segretario uscente. Discutere se fare o no l’accordo con Cinque stelle, accusa Andrea Orlando, è stata una trovata mediatica di Renzi “per i discutere un’altra cosa invece di quello di cui bisognava parlare: cosa fare dopo una disfatta storica. Si prova a parlare di questo per evitare una discussione su un risultato che è stato drammatico. E’ come buttare la palla il tribuna”.

“Non considero i Cinque stelle il diavolo – dice ancora Orlando, rispondendo ad un’altra domanda – hanno preso qualche qualche milione di voti nostri, ovvero di persone che votavano a sinistra, e non li regalerei al diavolo. Il problema sta nelle differenze politiche programmatiche con loro. Alcuni dicono: “ci hanno insultato”, ma anche quando fu fatto l’accordo col centrodestra non venivamo da uno scambio di cortesie in campagna elettorale”.

“Il tema – prosegue Orlando – non è questo, è che ci sono distanze Di tipo programmatico e politico che non consentono questo tipo di formula, si parla questo per evitare di fare una discussione su un risultato drammatico. “Non si tratta neppure di dare delle colpe della sconfitta – ha proseguito – io spero che le dimissioni di Renzi e del gruppo dirigente segnino l’avvio di una fase che dia un nuovo assetto, anche se questo non sarà risolutivo di per sè: bisogna riaprire un confronto coi nostri iscritti, con i militanti e provare a recuperare chi se ne è andato; poi discutiamo delle scelte istituzionali da fare”.

“La prima cosa non è l’assetto di governo ma che assetto diamo alla presidenza di Camera e Senato. Evitiamo assi privilegiati con i Cinque stelle e anche col centrodestra, si tratta di costruire, come in qualunque sistema proporzionale, una intesa ampia che coinvolga tutte le forze politiche e che dia a Camera e Senato presidenti che siano in grado di garantire tutti. Distinguiamo la questione istituzionale da quella della definizione degli assetti di governo”, ha detto ancora.

Intanto cerca di dispensare ottimismo l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi. “Il Pd – dice in un colloquio con Repubblica – è finito? No, non c’è nulla di irrimediabile in politica, c’è sempre un futuro. Non tutto è irrimediabilmente compromesso”.