Rifiuti, Gazzolo: “A Poiatica decidono i sindaci”

30 marzo 2018 | 17:02
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Rifiuti, Gazzolo: “A Poiatica decidono i sindaci”

L’assessore: se non la vogliono non ci sarà altra immondizia. Il Pd montano: “Sistemare la discarica spetta a Iren”

REGGIO EMILIA – “Se i sindaci hanno deciso, a Poiatica non arriveranno piu’ rifiuti”. Parola dell’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo, che risponde oggi all’appello di Enrico Bini, presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino reggiano, lanciato sul tema della chiusura definitiva della discarica montana di Poiatica a Carpineti, gia’ ratificata dalla Regione con il piano rifiuti del 2016. Materialmente pero’ la cessazione dell’attivita’ e la messa in sicurezza del sito gestito da Iren da oltre 20 anni, passano dal riempimento di un dislivello che potrebbe causare infiltrazioni e rischi di cedimento delle cataste dei rifiuti stoccati.

La soluzione individuata uno studio dell’Universita’ di Bologna e’ quello di colmarlo con circa 800.000 nuovi metri cubi di rifiuti leggeri. Ipotesi pero’ su cui ieri, per voce di Bini, gli amministatori reggiani hanno gia’ levato gli scudi. Gazzolo tuttavia rassicura: “La Regione la sua scelta l’ha gia’ fatta: l’ha scritta nero su bianco nel Piano regionale dei rifiuti, disponendo la chiusura della discarica di Poiatica. Ogni decisione sulla messa in sicurezza del sito deve ora essere presa con la piena condivisione dei sindaci e delle comunita’ locali. L’ho sempre sostenuto e lo ribadisco con decisione”.

Lo “scorso anno – ricorda l’esponente della giunta regionale – si e’ avviato un percorso trasparente e partecipato sulle modalita’ tecniche possibili per la messa in sicurezza: e’ stato affidato a un ente terzo, l’Universita’ di Bologna, che dall’inizio ha tenuto aperto il dialogo e ha svolto un’interlocuzione proficua anche con i comitati dei cittadini. Le conclusioni dello studio sono state illustrate ai sindaci, a cui e’ affidato il compito di valutare quella migliore insieme alle loro comunita’”.

Adesso, chiude l’assessore regionale, “la Regione e’ pronta ad accompagnare i territori per giungere ad una scelta condivisa e sostenibile anche dal punto di vista economico, chiamando anche Iren (per la parte economica degli interventi, ndr) alle sue responsabilita’”. La posizione di viale Aldo Moro viene ribadita anche dal deputato reggiano del Pd Andrea Rossi, sottosegretario alla presidenza della Regione che evidenzia: “Ad oggi nessuna decisione e nessuna valutazione e’ stata presa dalla giunta regionale. Tutto il resto sono balle. Semplice”.

Il Pd montano: “Sistemare la discarica spetta a Iren”
Non mette in dubbio la parola della Regione che ha firmato gia’ nel 2016 il ‘certificato di morte’ della discarica di Poiatica. Ma ritiene che della gestione del “post-mortem” dell’impianto, vale a dire il dislivello da riempire per la messa in sicurezza del sito, non puo’ che farsi carico il gestore Iren. Cosi’ il Partito democratico della montagna reggiana, per voce del segretario di Carpineti Dario Bottazzi e del coordinatore Guido Tirelli. “La chiusura della discarica di Poiatica e’ una decisione assunta in pieno accordo dagli enti pubblici territoriali competenti: Comuni, Provincia e Regione. Non c’e’ disponibilita’ alcuna per percorrere soluzioni che prevedano di riaprirla”, sottolineano. Quello della messa in sicurezza, invece, “e’ un problema che puo’ essere risolto in modi diversi, con costi diversi, senza coinvolgere rifiuti speciali. Spetta ad Iren risolverlo, proponendo soluzioni efficienti, dai costi ragionevoli e tali da poter essere controllate negli esiti”. Secondo Bottazzi e Tirelli, infatti, “una multi-utility con le dimensioni e l’esperienza di Iren non puo’ sottrarsi a questa diretta e semplice responsabilita’. Deve assumerla a partire dal fatto che il territorio a lungo si e’ fatto carico dell’onere di ospitare un grande impianto a servizio di un’area molto piu’ ampia. Deve assumerla a partire dal fatto che il territorio, inteso come enti pubblici, forze politiche e sociali, associazioni e comitati, ha chiaramente e definitivamente optato per la chiusura”. Ogni “confronto sulle modalita’ e gli strumenti per affrontare tutte le tematiche, a partire da quello della sicurezza idrogeologica, deve partire da qui”, conclude quindi il Pd.