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Renzi lascia: “Sconfitta chiara, nuova fase. Non faremo da stampella agli estremisti”

5 marzo 2018 | 18:55
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Renzi lascia: “Sconfitta chiara, nuova fase. Non faremo da stampella agli estremisti”

Le dimissioni anticipate dall’Ansa. “Nessuna fuga”, ha detto sottolineando che ci sarà il congresso. Il Pd ha puntualizzato dice tre no: “Agli inciuci, ai caminetti e agli estremisti”. “Decisione incomprensibile”, dice Zanda. M5s esulta per risultato: “Dato storico”, è il primo commento del leader M5S Luigi Di Maio

REGGIO EMILIA – Matteo Renzi – come anticipato dall’Ansa – annuncia le dimissioni da segretario del Pd e annucia il congresso ma al tempo stesso fa sapere che sarà lui a gestire la prossima fase politica fino a dopo le cosultazioni chiudendo la porta ad eventuali ‘reggenti’ per questa fase. E chiude anche subito a eventuali “inciuci”. “Siamo all’opposizione, non faremo la stampella agli estremisti”, puntualizza.
Parole che destano però polemiche all’interno del partito.

“La decisione di Renzi di dimettersi e contemporaneamente rinviare la data delle dimissioni non è comprensibile. Serve solo a prendere ancora tempo”. Lo dice il capogruppo Pd Luigi Zanda. “Le dimissioni di un leader sono una cosa seria, o si danno o non si danno. E quando si decide, si danno senza manovre”. Serve “collegialità che è l’opposto dei caminetti” e “annunciare le dimissioni e rinviarne l’operatività per continuare a gestire il partito e i passaggi istituzionali delle prossime settimane è impossibile da spiegare”.

“Come sapete e come è doveroso, mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta, una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova all’interno del Pd”. Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi al Nazareno che annuncia, le dimissioni da segretario del Partito Democratico. “E’ ovvio che io debba lasciare la guida del partito democratico”, ha detto.

“Avevamo detto no a un governo con gli estremisti, non abbiamo cambiato idea”. “Non c’è nessuna fuga. Terminata la fase dell’insediamento del Parlamento – ha detto ancora – e della formazione del governo, io farò un lavoro che mi affascina: il senatore semplice, il senatore di Firenze, Scandicci, Insigna e Impruneta”. Serve “un congresso che a un certo punto permetta alla leadership di fare ciò per cui è stato eletto. Non un reggente scelto da un ‘caminetto’, ma un segretario scelto dalle primarie”, ha aggiunto. “Diciamo tre no: no agli inciuci, no ai caminetti: l’elemento costitutivo del Pd sono le primarie, no agli estremisti’.

Centrodestra al 37,2%, M5s al 32,5%, centrosinistra al 22,8%. E’ la fotografia dell’Italia, scattata sui voti alla Camera, quando i dati sono quasi definitivi (mancano meno di mille sezioni da scrutinare). Nessuna coalizione ha la maggioranza per governare, ma i dati sono chiari. Il MoVimento 5 Stelle è ampiamente il primo partito, con risultati al Sud che ricordano quelli della Dc degli anni ’60; la Lega di Salvini al Nord cancella i numeri di quella di Bossi, in generale stacca di oltre 4 punti Forza Italia e porta il centrodestra alle soglie (anche se non oltre) di una maggioranza autosufficiente.