WeArena srl, ecco chi è la società che vuole costruire il PalaEventi

9 febbraio 2018 | 16:26
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WeArena srl, ecco chi è la società che vuole costruire il PalaEventi

L’amministratore unico, Marco Aldo Baldi, 74 anni, fu prosciolto nel 2011, per prescrizione, in un processo in cui era accusato di emissioni di fatture per operazioni inesistenti. La srl è controllata dalla Fiduciaria Emilia Spa il cui nome figura nel crack della Ifir Holding

REGGIO EMILIA – Vediamo chi è la WeArena srl che vuole costruire il PalaEventi di fianco alla stazione Mediopadana. La società, costituita nel marzo del 2016, ha sede a Reggio in via Zacchetti e ha un capitale sociale di 10mila euro.

L’amministratore unico è Marco Aldo Baldi, 74 anni, indagato e poi prosciolto per prescrizione, anni fa, in un processo in cui era accusato di emissioni di fatture per operazioni inesistenti quando era amministratore, nel biennio 2002-2003, della Remplast, una ditta del settore gomma-plastica.

L’oggetto sociale, appunto, è la progettazione tramite professionisti, la costruzione e la gestione, dirette e indirette, di strutture polifunzionali, da destinare allo svolgimento di manifestazioni di intrattenimento, spettacolo e sportive. La proprietà di WeArena srl è di una fiduciaria, la Fiduciaria Emiliana Spa che ha un capitale sociale di 90mila euro, ha sede in viale Magenta ed è stata costituita nel 1985. E’ quindi impossibile risalire ai soggetti che stanno dietro l’opearazione di WeArena srl.

Il presidente del consiglio di amministrazione è Carlo Antonio Vedani, un milanese di 52 anni. La fiduciaria ha due soci che sono Carlo Antonio Vedani, al 98%,e Fabrizio Fiori al 2%. Amministratore delegato è Gianfranco Losi e vice presidente Giorgio Luigi Guatri. Consiglieri Fabrizio Fiori e Laura Pennino.

Il crack Ifir Holding
Il nome della Fiduciaria Emiliana Spa è già noto alle cronache perché spunta in un’altra vicenda reggiana, ovvero quella del fallimento della Ifir Holding srl, dei fratelli Antonio e Carlo Salvatore Rizzo, avvenuto nel 2011. La Ifir Holding, controllata da Fiduciaria Emilia Spa, aveva trasferito, prima del tracollo, il patrimonio immobiliare a tre società: la Main Real Estate srl, la Rarri Parri e la My Real Estate. Queste tre società furono poi cedute per il 99,1% proprio alla Fiduciaria Emiliana.

Con il suo fallimento da oltre trenta milioni di euro l’Ifir aveva lasciato un grosso buco che aveva fatto scaturire anche una decina di procedimenti civili per il recupero degli immobili e un’indagine penale, aperta dal procuratore capo Giorgio Grandinetti — e affidata al pm Katia Marino — sulla base della relazione del curatore fallimentare di Ifir, Bruno Bartoli.

La vicenda aveva poi avuto un epilogo nel marzo scorso quando, a più di cinque anni di distanza dall’avvio dell’azione revocatoria da parte del curatore fallimentare Bruno Bartoli, il Tribunale di Reggio si era pronunciato con sentenza definitiva sulla vicenda, dichiarando l’inefficacia dei trasferimenti disposti dalla società dei fratelli Antonio e Carlo Salvatore Rizzo.