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Tricolore nei banchetti Pd, Renzi sposa la proposta di Costa

8 febbraio 2018 | 18:07
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Tricolore nei banchetti Pd, Renzi sposa la proposta di Costa

Al segretario nazionale Pd piace la proposta di quello locale: “La bandiera nazionale rappresenta tutti noi e non un potenziale killer neofascista che si copre le spalle con quella bandiera”

REGGIO EMILIA – Tricolore ai banchetti del Pd, come ha proposto il segretario reggiano dei democratici Andrea Costa. A rilanciare la proposta, alla luce dei fatti di Macerata, e’ lo stesso Matteo Renzi. “Nei tavolini che faremo in questo fine settimana, consegnando il materiale dei cento passi concreti e dei candidati, chiedo a tutti i dirigenti del Pd di raccogliere l’appello del segretario di Reggio Emilia, la citta’ del Tricolore”, scrive Renzi nella enews.

“Mi piacerebbe che in ogni tavolino del Pd, questo fine settimana, accanto alla bandiera del Pd ci fosse un Tricolore. Perche’ la bandiera nazionale rappresenta tutti noi e non un potenziale killer neofascista che si copre le spalle con quella bandiera”. Il tricolore “e’ di tutti ma non dei potenziali killer neofascisti. Sabato dunque, “saremo nelle piazze con i nostri volantini. E con il Tricolore. Senza polemiche, perche’ il Tricolore e’ di tutti. Ma senza lasciarlo a chi lo infanga, lo insulta, lo strumentalizza”.

Nella enews di oggi l’ex premier cita anche un altro esempio emiliano: quello del sindaco di Sorbolo, nel parmense, per il volantino (linkato nella newsletter del segretario nazionale Pd) sui risultati ottenuti grazie ai governi dem nel suo Comune. “Gli altri promettono miracoli, noi abbiamo dalla nostra i risultati. A livello nazionale, ma anche in tanti comuni. Prendo un esempio a caso – scrive Renzi – tra i tanti che si stanno muovendo in queste ore: il segretario provinciale del Pd di Parma, Nicola Cesari, e’ sindaco a Sorbolo e questo e’ il materiale che sta facendo girare nel suo comune. Dico a tutti i sindaci: forza, tutti al lavoro, tutti insieme”.

La proposta di Costa
Una sola bandiera. Di tutti. Non mia, non di una parte, ma la rappresentazione fisica del nostro Paese. Al Tricolore abbiamo affidato il compito di rappresentare l’Italia, l’insieme delle sue parti riunite. Il Tricolore va condiviso, va regalato, come faremo noi sabato scendendo in piazza a Reggio Emilia, la città in cui questa bandiera è nata. Il dono come gesto altrettanto forte, ma contrario, a quello di chi si pensa come unico, legittimo, titolare di questa bandiera. È in realtà un usurpatore perché la sta sottraendo a tutti noi. È un momento delicato per il nostro Paese, ecco perché anche il più semplice dei gesti può essere utile a ricordarci la più potente idea di Paese che dovremmo avere tutti. Ho sentito dei “però” enormi in questi giorni sui fatti di Macerata. Dei “ma” e “però” che sono macigni: “si, chi ha sparato è un folle, però…..”. Dobbiamo farci carico di quei “però”. Non la politica sola, ma tutti insieme perché cittadini, donne e uomini che sono una unica comunità. Ci sono le istanze di molte parti della società che non vanno stigmatizzate, che non vanno colpevolizzate o condannate. Le insicurezze vanno colte e considerate. La xenofobia, la paura del diverso, è fisiologica: dobbiamo farcene carico e curarla. Il razzismo, invece, va solo colpito, sradicato. La delinquenza va aggredita e combattuta. Razzismo e delinquenza non si possono accettare in egual misura. Tocca allo Stato, alle nostre Istituzioni, a valenti forze dell’ordine garantire alla collettività la serenità della vita comune. Garantire ad ogni uomo o donna dignità, la possibilità di costruirsi un progetto di vita, le occasioni per migliorare la propria esistenza, godere in serenità dell’ultimo tratto del proprio percorso. Dobbiamo dirci – questa è la vera grande reazione culturale alla deriva attuale – che c’è più sicurezza quando tutti possono stare meglio. Quando i bisogni del singolo diventano un obiettivo della comunità, quando nessuno viene lasciato indietro, quando insieme si costruisce un mondo migliore. Quando c’è più giustizia e ci sono meno disuguaglianze. La priorità di ogni agenda politica oggi dovrebbe essere proprio questa: rimuovere gli ostacoli che ci rendono diversi. La risposta alla richiesta di più sicurezza non è la guerra tra ultimi, tra fragili, cui qualcuno vuole condannarci. La risposta è ancora una volta recuperare l’idea di comunità. Quella comunità che si rispecchia nel Tricolore. Viva l’Italia.