PalaEventi in area Nord, c’è l’idea: manca tutto il resto

9 febbraio 2018 | 14:54
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PalaEventi in area Nord, c’è l’idea: manca tutto il resto

Stamattina in conferenza stampa non sono stati resi noti i nomi degli investitori, il progetto e la proprietà dell’area, per ora, è ancora della società Cattolica. Il presidente di Unindustria Severi: “Separiamo le fake news dai progetti seri”

REGGIO EMILIA – L’idea c’è, ma, almeno per ora, mancano i nomi degli investitori (e quindi i soldi), il progetto esecutivo e la proprietà dell’area (il preliminare d’acquisto non basta, ndr) non è ancora della WeArena srl, ma resta, per ora, della società Cattolica. “We Arena”, ovvero una cordata di investitori internazionali rappresentata in Italia dall’avvocato d’affari di Genova Antonio Milazzo, sta lavorando per realizzare a Reggio uno “smart district” sull’area di 44.000 mila metri quadrati a sud della stazione Mediopadana dell’alta velocita’. Un complesso che vuole ospitare un autonoleggio, un albergo e un ristorante e che avrebbe il suo cuore in un’arena stabile coperta da 10.500 posti, polifunzionale ma votata principalmente agli eventi sportivi e musicali.

Un progetto ancora “liquido” che, come spiegato oggi dall’imprenditore Federico Zanni e dall’avvocato Sabrina Roccatagliati, referenti locali dell’iniziativa, sara’ presentato il 15 marzo al Mipim (la principale fiera internazionale dell’immobiliare) di Cannes, dove i promotori cercheranno anche conquistare investitori per finanziare il progetto. Sulla carta l’operazione dovrebbe generare una redditivita’ di cinque milioni di euro l’anno a fronte di 50 di investimento.

Della progettazione preliminare del “distretto” e’ stato incaricato lo studio Manica Architecture di Londra (che vanta la costruzione in Usa di stadi da football), mentre lo strumento normativo individuato per dare gambe all’operazione e’ la cosiddetta “legge sugli stadi” (decreto legge 147 del 2013), che dovrebbe avallare il “pubblico interesse” delle opere. Tra i promotori locali dell’operazione anche il re delle concessionarie di Reggio Stefano Campani e la multinazionale Cbre, che gestisce tra l’altro il principale centro commerciale della citta’ (I Petali). Tutto bene dunque? Non proprio.

Viste le numerose incognite che insistono sul progetto, We Arena ha gia’ messo a punto un “piano B” che consiste nella realizzazione di un parcheggio a raso da 1.200 posti, opera “pienamente coerente con gli strumenti urbanistici vigenti”, che nelle stime peggiori formulate (pieno al 30%) garantirebbe un fatturato di un milione l’anno. Oltre alle risorse che al momento sono solo virtuali, restano da sciogliere altri due nodi. Il primo riguarda la proprieta’ dell’area, con il rogito da sei milioni di euro andato in scena lo scorso 27 dicembre per acquistarla dalla societa’ Cattolica, che e’ stato rinviato a settembre per un cavillo.

Dalle verifiche notarili sarebbe emerso un atto d’obbligo relativo ad un vecchio permesso della società Cattolica (proprietaria dell’area, ndr) a costruire sull’area che invece, da accordi, gli investitori vogliono che sia libera da vincoli. Il motivo riguarda gli oneri di urbanizzazione: quelli attuali, grazie al permesso di costruire recentemente rinnovato all’insaputa dei compratori, sono relativi alla costruzione di nuovi capannoni e non di una arena multifunzionale che necessita di ingressi e parcheggi adeguati, e determinate strutture di supporto. La Società Cattolica avrà ora tempo fino al 30 settembre per liberare l’area e ripresentarsi davanti al notaio.

L’area a sinistra della stazione Mediopadana su cui dovrebbe sorgere la mega arena

Poi c’è la questione dell’amministrazione comunale, “main sponsor” dell’altra arena per eventi, quella al Campovolo cofinanziata dalla Regione, i cui lavori partiranno a breve. Zanni dice: “Ci siamo incontrati il 22 maggio dell’anno scorso. Ci ripresenteremo dopo il 15 marzo con il nostro progetto, di cui abbiamo parlato anche a Camera di commercio e Unindustria”. Prosegue l’imprenditore: “La nostra proposta non e’ in concorrenza ma alternativa al Campovolo. Se si vuole fare qui la music valley non puo’ essere per soli due mesi all’anno”. All’amministrazione Zanni manda infine a dire: “Parliamo di un progetto aperto a tutti, alla citta’ e agli investitori. Non vediamo perche’ il Comune non debba aprire un tavolo per discuterne”.

Nel giorno della presentazione di questo progetto, per curiosa coincidenza, il presidente di Unindustria Mauro Severi torna ad intervenire sull’Area Nord. Ma ammonisce: “Il fiorire di progetti testimonia che il futuro della zona esercita un grande interesse. Tuttavia, e’ ora indispensabile che il master plan in formazione ponga una precisa linea di demarcazione per separare le fake news e le suggestioni senza risorse da quei pochi progetti che, se sviluppati adeguatamente e poi realizzati, possono contribuire a innescare un meccanismo virtuoso capace di collocare sul serio l’area Nord al centro della Pianura Padana”.