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Orlando: “Rammarico per esclusione Gandolfi da liste PD”

5 febbraio 2018 | 18:52
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Orlando: “Rammarico per esclusione Gandolfi da liste PD”

Il ministro della giustizia: “Spero che la mia candidatura possa contribuire al successo nel Pd, ma poi dovremo discutere di molte cose”

REGGIO EMILIA – “Abbiamo preso atto la mattina che Paolo non era tra i candidati. Dispiace che sia stata una forza in meno per una sfida così difficile. Naturalmente questo non ci esonera, né diminuisce il nostro impegno nella battaglia che ci attende, ma non possiamo che manifestare il nostro rammarico. Spero che la mia candidatura possa contribuire al successo nel Pd, ma poi dovremo discutere di molte cose. Ma lo si fa sempre meglio quando si vince”.

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha commentato così l’esclusione del deputato uscente Paolo Gandolfi dalle candidature del Pd alle elezioni del 4 marzo. Il membro del governo è intervenuto oggi alla presentazione alla stampa, alla Polveriera, dei candidati alla Camera del collegio plurinominale Emilia-Romagna 4. Oltre a Orlando, che è capolista, presenti nel listino, c’erano anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paola De Micheli, Luigi Marattin, consigliere economico di Renzi e Gentiloni e Licia Ferrari, assessore alla cultura di San Polo (nella foto da sinistra Licia Ferrari, Andrea Costa, Andrea Orlando, Paola De Micheli e Luigi Marattin).

Ha aggiunto il ministro: “Il Partito democratico e’ l’unica forza politica che puo’ mantenere una barra europeista, una prospettiva solidale e una cifra di democrazia in tempi in cui la democrazia comincia a dimostrare qualche crepa”. Orlando insiste: “Ieri sono stato a Sestri Levante, vicino a casa mia, ad una manifestazione antifascista perche’ il sindaco aveva ricevuto una serie di minacce anonime. Questi eventi si stanno moltiplicando, non sono piu’ casi isolati non sono piu’ vicende che riguardano solo esaltati. Ma cominciano ad essere cose che riguardano il Paese”.

Questo, dice quindi il ministro, “e’ uno dei motivi per cui la battaglia dobbiamo farla e dobbiamo vincere”, anche perche’ “non ci stiamo giocando la partita per il governo, ma per il tipo di civilta’ che vogliamo costruire per il futuro”. Il ministro non risparmia stoccate a tutti i partiti concorrenti. “Ci sono forze politiche – dice – che riesumano anche se non si definiscono tali, parole d’ordine fasciste, forze che rimettono in discussione la stessa idea della democrazia rappresentativa e che mettono in questione quella che e’ stata la naturale proiezione della carta costituzionale e dei valori europei”. Al contrario “anche in un quadro politico non semplice noi abbiamo fatto delle cose che hanno consentito all’Italia di uscire da una situazione di difficolta’ e di consentire di vedere la luce”.

Questo, prosegue tuttavia Orlando, “non ci nasconde il fatto che la crisi ha portato a delle gravi disuguaglianze sociali con la quali dobbiamo fare i conti. Esattamente il contrario di quello che propongobo i nostri avversari”. Scendendo nello specifico il candidato afferma: “La flat tax e’ un modo per sancire una volta per tutte le disuguaglianze. Quando tu a una persona che guadagna 10.000 euro fai pagare la stessa aliquota di una che ne guadagna 100.000 hai deciso che la disuguaglianza deve essere istituzionalizzata”.

Inoltre, avvisa il ministro, “guardate che la flat tax esiste solo in Paesi nei quali sostanzialmente non esiste lo stato sociale. Un Paese come il nostro potrebbe utilizzare quel sistema fiscale soltanto se decidesse di tagliare le principali voci di spesa: pensioni scuola e sanita’. Se facciamo come nei Paesi dove c’e’ la flat tax, allora facciamolo in tutto, cioe’ per esempio facciamo che se vai in pensione sei un miserabile e se vai al pronto soccorso e non hai la carta di credito non ti curano”. Insomma, “questo sistema molto evocato in tanti Paesi occidentali e’ in realta’ utilizzato solo in alcuni Stati che fanno parte dell’ex Unione sovietica”.

Per questo, prosegue il ministro “dobbiamo mettere al centro della campagna il tema delle riduzioni delle distanze sociali”. Le bordate successive dell’intervento vanno a M5s e Lega. “È facile dire che le cose non vanno e bisogna cambiare tutto, poi quando si va concretamente ad assumere la responsabilita’ di governo, puo’ capitare che non sei neanche capace di fare un albero di Natale”. E ancora: “Stiamo registrando una evidente incapacita’ di produrre classe dirigente da parte del M5s e in questo momento il nostro Paese non si puo’ permettere di essere compromesso per l’incapacita’ di chi e’ al governo”.

Alla Lega Orlando ribatte con i numeri del suo operato: “Vi ricordo che quando la Lega era al governo le cause civili erano 6 milioni e adesso sono 3 milioni. I detenuti erano quasi 60.000 e i posti in carcere 45.000, adesso i detenuti sono 56.000 e i posti in carcere 52.000. E con la Lega eravamo 47 posti indietro nelle classifiche che valutano l’efficienza dei sistemi giudiziari, quindi la inviterei a parlare di altro, perche’ peggio di come hanno fatto loro e’ difficile immaginarlo”.

Di flat tax parla anche Marattin, consigliere economico degli ultimi due governi Renzi e Gentiloni: “Sara’ un piacere spiegarvi perche’ stanno prendendo in giro gli italiani con questa proposta. Ieri sera sono rimasto inorridito quando per un’ora in una trasmissione televisiva esponenti del centro destra hanno affermato che la flat tax al 23% avrebbe portato benefici alle imprese”. Ma “nessuno che ricorda che le imprese al momento la pagano al 24%. Questo perche’ l’abbiamo abbassata noi dal 27 e mezzo e nel nostro programma c’e’ scritto chiaramente come la abbasseremo al 22”. Quindi, conclude Marattini, “e’ chiaro che chi vuole un beneficio da quel punto di vista li’ deve votare noi e non loro”.

Incerti, De Micheli e Pagliari ribadiscono la necessita’ dei rapporti con il territorio, con il parmigiano che sottolinea l’esigenza “di una maggiore sinergia tra la montagna e le altre parti del territorio”. Il sottosegretario evidenzia inoltre: “Il Pd e’ l’unica linea che separa dal baratro”. Da addetta ai lavori, infine, Licia Ferrari elogia il ministro per il processo telematico, “che ha abbreviato molto i temi della giustizia in Italia”.