Il ricordo

“Don Vittorio Chiari, un’accoglienza senza frontiere”

4 febbraio 2018 | 08:10
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“Don Vittorio Chiari, un’accoglienza senza frontiere”

Il settimo anniversario della morte del salesiano, che dal 7 giugno 1988 al 1 settembre 2003 guidò Oratorio cittadino “Don Bosco”, sarà ricordato domenica 11 febbraio nella messa celebrata alle 9.30 nella chiesa parrocchiale di Santa Croce

REGGIO EMILIAPer noi di Santa Croce, parlare di Don Vittorio Chiari (15/12/1937 – 11/2/2011) è come parlare di un padre, di una madre, di un fratello, nel quale si è toccato con mano l’amore ardente per il prossimo, in modo particolare per la liberazione dei giovani, da condizionamenti e umiliazioni, inflitti loro da chi avrebbe dovuto amarli.

Questo atteggiamento emerge con forza anche dal titolo di due sue opere: “Anche i figli di puttana sono figli di Dio”; “Il Vangelo secondo Barabba”, opere rivolte proprio a chi si sentiva escluso dall’amore della “società per bene”, perché vittima di un’origine oscura o di devianze quasi imposte dal contesto del proprio ambiente.

Liberare: farti capire che c’è ancora posto per essere amato, perché nessuno ti può cancellare dal cuore di Dio, nessuno può calpestare la tua dignità di figlio di Dio. Liberarti e tirar fuori dall’animo il meglio di te stesso, capovolgendo l’esperienza di esclusione in un’esperienza di resurrezione, in cui ritorni ad essere protagonista della tua vita. Questa resurrezione aveva un esito anche visibile nella parola e nella dignità recuperate sulla scena di un teatro oratoriale o nella contemplazione dell’artificio di un clown, che rivela un’impareggiabile saggezza dietro l’apparente ingenuità.

Don Vittorio aveva creato un tessuto di relazione umana nel territorio di Santa Croce, che dava continuità, diversa nella forma ma uguale nella sostanza, alla precedente testimonianza dei Servi della Chiesa. Testimonianza di accoglienza dei poveri e dei nomadi da parte dei Servi; testimonianza di accoglienza dei giovani da parte dei Salesiani. Nei riguardi dei giovani, don Vittorio ha offerto accoglienza senza frontiere, senza pregiudizi, senza guerre di religione, in un disegno di promozione della presenza giovanile come bene da salvaguardare e da riscattare.

Liberazione dalla paura e da ogni marchio d’origine; liberazione che veniva percepita, dai genitori dei giovani, come possibilità di vita e di relazione amichevole tra le famiglie stesse. Quanti genitori abbiamo incontrato, di ogni appartenenza sociale ed etnica, contenti per l’accoglienza in favolosi campi estivi (“Nel verde tanti giovani”, diceva don Vittorio commosso), e per le belle esperienze nei Gruppi Educativi Territoriali (GET).

Don Vittorio, abbiamo pianto di santa ragione quando sei partito nel 2003. Oggi questo pianto si rinnova, ma il tuo desiderio di “costruire futuro” diventa per noi tutti un impegno per aiutare i giovani e le famiglie a gettare via paure e privilegi, per intessere relazioni intelligenti e degne di persone umane. Il settimo anniversario della morte del salesiano don Vittorio Chiari – che dal 7 giugno 1988 al 1 settembre 2003 animò e fu alla guida dell’Oratorio cittadino “Don Bosco” – sarà ricordato domenica 11 febbraio nella Santa Messa celebrata alle 9.30 nella chiesa parrocchiale di Santa Croce.