Alluvione di Lentigione, le disposizioni Aipo ignorate: resta l’incuria

6 febbraio 2018 | 18:06
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Alluvione di Lentigione, le disposizioni Aipo ignorate: resta l’incuria
Alluvione di Lentigione, le disposizioni Aipo ignorate: resta l’incuria
Alluvione di Lentigione, le disposizioni Aipo ignorate: resta l’incuria
Alluvione di Lentigione, le disposizioni Aipo ignorate: resta l’incuria
Alluvione di Lentigione, le disposizioni Aipo ignorate: resta l’incuria
Alluvione di Lentigione, le disposizioni Aipo ignorate: resta l’incuria

L’ex consigliere comunale Conforti scrive all’Agenzia interregionale per il fiume Po che replica dicendo che aveva già dato disposizioni, dieci anni fa, di pulire il corso del fiume. Ma le foto mostrano che, tuttora, alberi e detriti sono presenti nell’Enza

BRESCELLO (Reggio Emilia) – “Si invitano le amministrazioni a volersi attivare, prima delle probabili piene autunnali, per il mantenimento delle sezioni d’alveo in corrispondenza dei propri manufatti e delle zone circostanti, eliminando altresì ogni ostacolo rappresentato da materiale solido galleggiante depositatosi nei pressi di queste aree”.

E’ la risposta che l’Aipo ha dato all’ex consigliere comunale di Onestà civile di Brescello, Luciano Conforti, fornendo un documento del 26 ottobre 2008 inviato dall’Agenzia interregionale per il fiume Po ai compartimenti Anas del bacino, alle Province e alle prefetture. A parte la scarsa conoscenza dell’italiano del direttore, l’ingegnere Luigi Fortunato che firma il documento (nell’intestazione, ahimè, si legge Provincie con la i, ndr), la parte interessante consiste nel fatto che, con un tipico scaricabarile, l’Aipo risponde dicendo grossomodo: “Dieci anni fa avevamo già dato indicazioni in merito”.

Ci sarebbe poi da discutere anche sullo scaricabarile dell’Aipo perché, da questo documento dell’Aipo, parrebbe che, invece, l’Agenzia interregionale per il fiume Po la competenza sull’Enza, da San Polo fino alla confluenza con il fiume Po ce l’abbia eccome.

Nella lettera, mandata all’Aipo il 27 dicembre scorso (ma anche al prefetto, al presidente della Regione, al presidente della Provincia e al commissario straordinario di Brescello), Conforti chiedeva conto delle “numerose situazioni di intralcio al normale deflusso delle acque, compresa l’erosione dell’argine con effetto bradisismo, della folta vegetazione sul letto fluviale che, in caso di future piene, farà sicuramente da tappo al normale scorrimento dell’acqua del fiume”. Conforti faceva notare che “tali situazioni sono in essere negli ultimi duecento metri prima che l’Enza confluisca nel Po e dove è presente uno stradello ciclopedonale”.

L’italiano “zoppicante” dell’Aipo

In molti hanno parlato del famoso “tappo” fatto di alberi e detriti a monte di Lentigione che, secondo le accuse dei residenti di Lentigione, sarebbe stato fra le concause dell’esondazione. Ebbene, dalla risposta data all’Aipo al signor Conforti, si apprende che queste problematiche c’erano già dieci anni fa e che, già dieci anni fa, l’Agenzia interregionale per il fiume Po aveva dato disposizioni affinché detriti e alberi fossero tolti e il letto del fiume restasse pulito. Cosa che, evidentemente, non è avvenuta. Anzi, se ha ragione il signor Conforti (e le sue foto lo dimostrano), non è avvenuta nemmeno dopo l’alluvione del 12 dicembre dato che i detriti e gli alberi erano ancora lì il 27 dicembre scorso e, secondo quanto afferma Conforti, nessuno ha ancora fatto pulizia.