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A 20 anni è andato a Londra, oggi è uno chef in attesa della “stella”

27 febbraio 2018 | 07:59
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A 20 anni è andato a Londra, oggi è uno chef in attesa della “stella”

Matteo Massafra: “A Reggio stavo bene, avevo famiglia, amici e un lavoro, ma non avrei avuto futuro e ho deciso di cambiare la mia vita”

REGGIO EMILIA – La sua poca voglia di studiare era ben compensata dalla passione per la cucina, tant’è che durante i suoi 5 anni come studente dell’Istituto Alberghiero Motti approfondiva da solo le materie di indirizzo inerenti a quello che allora era solo un sogno: diventare chef.

Perché ha sempre saputo che per diventare bravi occorreva studiare. E lui bravo lo è diventato davvero. Matteo Massafra, pugliese d’origine e reggiano d’adozione, oggi ha 23 anni ed è già senior chef in un prestigioso albergo di Brighton, che entro l’estate dovrebbe fregiarsi della prima “Rosette Award”, riconoscimento inglese che premia la bontà del menu di un locale.

“Per quanto fossi una testa “matta” a scuola ho sempre avuto il sogno di diventare chef. Sin da piccolo era maturata in me la passione per la cucina e tutto ha sempre ruotato attorno a quel sogno. A un anno dal conseguimento del diploma alberghiero, insieme a un amico ho così deciso di prendere un biglietto di sola andata per Londra. E da lì è iniziata un’esperienza stupenda che sto ancora vivendo…”

Quando sei partito?
Era il 14 febbraio del 2015, avevo 20 anni e tanta voglia “di svoltare”.
Perché a Reggio non era possibile?
A Reggio stavo benissimo: avevo la mia famiglia, gli amici, un lavoro e non mi mancava proprio nulla. Tuttavia mi mancava qualcosa e sentivo che quel qualcosa potevo trovarlo altrove. Diciamo che lo stimolo a partire è arrivato dal timore che la mia vita si potesse incanalare nel binario morto della routine. Mentre io volevo crescere ancora tanto soprattutto a livello professionale. E Reggio, purtroppo, non poteva offrirmi quelle opportunità che una città come Londra invece poteva offrire. Dunque insieme al mio caro amico Fabio abbiamo preso due biglietti di sola andara e siamo partiti alla ventura.
Dove lavoravi a Reggio?
Nel ristorante di uno dei miei insegnanti di cucina, Sabatino, a Basilicanova. Devo molto a Sabatino perché oltre ad avermi insegnato mi ha trasferito la passione per la buona cucina, quella con la C maiuscola.
Avevi qualche contatto a Londra?
No, ci siamo dovuti arrangiare un po’ per tutto. Abbiamo trovato un alloggio nel quartiere di Brockley, che condividevamo con altri 10 ragazzi, fra cui un mago che aveva un pappagallo che strillava tutta la notte, e poi ci siamo messi alla ricerca di un lavoro.
Che hai trovato facilmente…
Londra è una città multietnica che ti permette di conoscere persone che arrivano da ogni angolo della terra, che offre molte opportunità, soprattutto nel settore culinario. In questi tre anni ho avuto l’opportunità di lavorare in ristoranti di livello e di confrontarmi con professionisti giapponesi, peruviani, francesi, inglesi ecc… E per il percorso formativo di un cuoco è fondamentale apprendere tecniche diverse e mettersi alla prova in ambienti molto professionali con attrezzature all’avanguardia. Ho avuto la fortuna di lavorare subito nel quartiere di Farringhton in un Bistrò francese, dopodiché mi sono spostato nella zone élite di Lontra, Mayfair, dove ho lavorato sia in un ristorante italiano di livello che in un ristorante fusion giapponese-peruviano che aveva 2 “Rosette Award”. Immagina l’esperienza che mi sono fatto e quanto ho imparato. Purtroppo questo percorso non sarei riuscito a farlo se fossi rimasto a Reggio.
Perché?
Perché nella nostra città, purtroppo, non ci sono né i budget per certi tipi di cucina, né l’interesse da parte della clientela, non troppo aperta verso sapori che non siano quelli della tradizionale locale.
E adesso che fai?
Insiema alla mia ragazza con la quale convivo abbiamo deciso di spostarci a Brighton, cittadina più tranquilla di Londra e… sul mare, cosa che a un “terrone” come me non dispiace affatto. Ora lavoro in albergo come Senior Chef di partita e con questo team stiamo lavorando sodo per prendere una “Rosette Award” prima dell’estate. Una bella sfida insomma.
Stipendio?
Lo stipendio è molto buono…
Progetti futuri?
Viaggiare, viaggiare e viaggire. Insieme alla mia fidanzata stiamo valutando di trasferirci Oltreoceano, forse Canada oppure Australia?
Tornare a Reggio no?
Ovvio che torno spesso a trovare la mia famiglia, ma adesso è troppo presto per tornare. Quando tornerò mi piacerebbe aprire qualcosa di mio, ma per ora voglio continuare a crescere come persona e come professionista, quindi devo continuare in questo mio viaggio meraviglioso iniziato 3 anni fa.
Che consiglio dai ai ragazzi che si diplomeranno il prossimo giugno?
Dico loro di viaggiare, di imparare le lingue, di studiare, di seguire i propri sogni, ma soprattutto di aprirsi la mente, perché il mondo è davvero grande e ci sono tante cose da vedere e da imparare, tante persone da conoscere, tante opportunità. Insomma: ragazzi, uscite un po’ dalla mentalità provinciale e affacciatevi senza paura al mondo intero, diventate gli artefici del vostro destino. In una parola: viaggiate perché è bello, e perché si è sempre in tempo per tornare a Reggio.