Vecchi: “Niente spazi pubblici a chi si ispira a principi fascisti”

26 gennaio 2018 | 10:13
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Vecchi: “Niente spazi pubblici a chi si ispira a principi fascisti”

Lo ha detto il primo cittadino stamattina alla Sinagoga di via dell’Aquila. Nelle prossime settimane la mozione sarà votata dal consiglio comunale

REGGIO EMILIA – “Non saranno concessi spazi pubblici a partiti, movimenti o organizzazioni che si ispirano a principi fascisti, neofascisti o razzisti”. Lo ha detto il sindaco Luca Vecchi, nel suo intervento stamattina alla cerimonia della deposizione della corona a ricordo degli ebrei deportati alla Sinagoga di via dell’Aquila.

Ha aggiunto il primo cittadino: “Siamo in un’epoca in cui, ogni giorno, si assiste a rigurgiti di stampo fascista, razzista e neofascista. Credo che ci sia l’esigenza di una risposta di tipo culturale e politico. Per quanto ci riguarda è giusto dire, con molta chiarezza e fermezza, che chiunque si ispira a principi che sono contro la Costituzione, fascisti, neofascisti e razzisti, non possa avere accesso agli spazi pubblici per le sue attività. Credo che tutti i gruppi consiliari debbano, nelle prossime settimane, assumere atti coerenti e conseguenti”.

Il primo cittadino blinda così la mozione “antifascista” proposta in Consiglio comunale dal consigliere Pd Dario De Lucia che impegna il Comune a non concedere spazi pubblici ad associazioni ispirate da principi contrari alla Costituzione e che sarà votata dal consiglio comunale, nelle prossime settimane. Dice Vecchi: “I gruppi ne stanno discutendo. Da parte mia voglio dare il massimo sostegno politico, perché questa città è plurale, accogliente e inclusiva, ma sa essere anche molto netta contro i valori che devono essere respinti”.

Il sindaco, nel suo intervento, ha voluto anche ricordare che “la Giornata della Memoria è un momento importante di celebrazione che non attiene a un mero esercizio di ricordo, ma è un atto di consapevolezza e responsabilità che un Paese deve fare per cercare di riflettere a fondo sulle responsabilità politiche e morali su fatti storici che hanno caratterizzato la vita dell’Europa e del Paese”.

Un membro dell’Anpi ascolta l’intervento del sindaco stamattina

Ha concluso Vecchi: “Noi a Reggio siamo sempre stati molti impegnati sui temi della memoria. Quest’anno celebriamo i 70 anni della Costituzione e gli 80 anni dell’entrata in vigore delle leggi razziali. Manderemo a tutti i ragazzi che compiono 18 anni copia della Costituzione e delle leggi razziali per aprire una riflessione sui valori che fanno parte della Costituzione e su come siamo arrivati a rendere quei valori parte integrante del nostro modo di essere, passando dal fascismo, alle leggi razziali fino all’occupazione nazifascista”.

Manghi: “Non possiamo che riflettere con preoccupazione su certi segnali che ancora oggi si colgono”
Il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, ha preso parte questa mattina nella sinagoga di via dell’Aquila alla cerimonia di celebrazione del Giorno della memoria. Dopo aver ricordato come “il presidente Mattarella abbia definito in modo nitido quanto buio e spettrale sia stato quel periodo di storia italiana e quanto grande la sofferenza provocata”, nel suo intervento ha invitato gli studenti a non dimenticare che “al centro di questa giornata c’è lo sterminio di milioni di persone, dato drammaticamente oggettivo di una pagina di storia, anche italiana, che ha abbruttito pesantemente il profilo dell’essere umano”.

“La premessa di questo sterminio sono appunto le leggi razziali, di cui ricorrono gli 80 anni dalla loro promulgazione, ossia quella classificazione delle persone che rappresenta l’esatto contrario del principio basilare del nostro vivere comune che poi, in modo felice, la nostra Costituzione avrebbe fissato con l’articolo 3 basato sulla dignità e sull’uguaglianza di tutti, senza distinzione alcuna – ha detto il presidente Manghi – Questa grande stortura, che avrebbe poi portato al folle massacro di milioni di persone, era stata preceduta nell’estate del 1938 dall’uscita di un Manifesto sulla razza, elaborato da presunti intellettuali e presunti scienziati che provavano a determinare un fondamento ideologico di giustificazione a quanto sarebbe poi accaduto, con l’infelice scopo di coinvolgere l’intera comunità nella convinzione che quella fosse la strada da seguire”.

“Di fronte alla necessità , sempre profonda, di attualizzare il portato storico rispetto al tempo che viviamo – ha aggiunto – non possiamo allora che riflettere con preoccupazione su certi segnali che ancora oggi si colgono e che inducono, in modo sottile o più evidente, a reintrodurre il tema della distinzione tra le persone in una evidente distorsione di natura culturale che è inaccettabile, perché rischia di condurci ad una sorta di assuefazione ad un pensiero penetrante che potrebbe avere effetti simili a quelli di 80 anni fa”, ha proseguito Manghi.

Per il presidente della Provincia di Reggio Emilia “non possono dunque passare inosservati gli adesivi in cui Anna Frank appare con la maglia della squadra di calcio rivale o certe evocazioni della razza che spuntano nel dibattuto politico italiano, così come un rigurgito neofascista percepito inizialmente con un po’ di leggerezza, ma che in realtà tenta anche attraverso i social media di infiltrarsi soprattutto tra le nuove generazioni”.

“Su questo dobbiamo essere tutti molto attenti, perché qui si gioca la partita vera del futuro della nostra comunità e della democrazia che si è generata col sacrificio di tante persone – ha continuato Manghi – Si provano a sminuire gesti, frasi, comportamenti ed azioni sulle quali la nostra testimonianza deve essere forte e inderogabile, dobbiamo essere in campo quotidianamente con i nostri comportamenti a partire dalle istituzioni, da realtà come Istoreco, che svolge un ruolo fondamentale sulla ricerca, sul coinvolgimento delle scuole, sulla diffusione delle testimonianze, sull’esperienza della memoria”. “I rappresentanti delle istituzioni devono esercitare il loro ruolo nella nitidezza dei comportamenti, ma soprattutto nella chiarezza della esplicitazioni dei principi inderogabili del nostro vivere comune”, ha concluso il presidente della Provincia annunciando che per il quinto anno parteciperà a un Viaggio della memoria, “per accompagnare gli studenti in una di quelle esperienze che devono diventare traccianti nei loro percorsi di vita”: “Solo nella grande tenuta collettiva della comunità democratica possiamo trovare un modo per erigere quel muro – in una stagione in cui il mondo si interroga sulla mobilità delle persone, sui temi dell’accoglienza e dell’uguaglianza tra le persone – che è indispensabile per non tornare indietro, perché ci vuole davvero un attimo per riscrivere la storia senza fare tesoro degli errori e degli orrori del passato”.