Italia e mondo

Trump: “Non sono intelligente, sono un genio”

6 gennaio 2018 | 15:48
Share0
Trump: “Non sono intelligente, sono un genio”

Il presidente Donald Trump si difende dalle accuse contenute nel libro di Michael Wolff e su Twitter scrive: ‘Stampa bugiarda mi attacca come Reagan’

REGGIO EMILIA – “Non sono intelligente, sono un genio!”. Il presidente Donald Trump si difende alla sua maniera dalla accuse contenute nel libro di Michael Wolff e su Twitter attacca: “Ora che la storia della collusione con la Russia, dopo un anno di intense ricerche, si è rivelata una bufala totale, i democratici e i loro tirapiedi, i media produttori di fake news’, hanno tirato fuori il manuale Ronald Reagan e sbraitano sulla stabilità mentale e l’intelligenza”.

“In realtà per tutta la mia vita le mie qualità migliori sono state la stabilità mentale ed essere veramente intelligente – ha aggiunto Trump – Anche ‘Hillary la corrotta’ ha provato a giocare queste carte e come tutti avete notato, le si sono bruciate tra le mani…… Sono passato dall’essere un imprenditore successo, a una star della tv a presidente degli Stati Uniti (al primo tentativo). Credo che questo mi caratterizzi non come un uomo intelligente, ma come un genio. E un genio molto stabile!”.

“Non ho mai messo in dubbio l’adeguatezza mentale” di Donald Trump, ha detto il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, in un’intervista esclusiva alla Cnn, rispondendo a una domanda sul libro di Michael Wolff, ‘Fire and fury: inside the Trump White House’, che ha fatto infuriare il presidente americano. “Non ho alcun motivo di mettere in dubbio la sua adeguatezza mentale”, ha dichiarato Tillerson, che ha inoltre assicurato di voler mantenere il suo incarico per l’intero anno. Lo scorso ottobre Nbc News aveva riportato che, nel corso di un incontro al Pentagono, Tillerson aveva definito Trump un “deficiente”.

“Zero accesso alla Casa Bianca per lui. Mai parlato con Michael Wolff. Il suo libro è pieno di bugie, false rappresentazioni e fonti che non esistono”, aveva twittato Donald Trump. Ma Wolff lo aveva subito smentito nella sua prima intervista tv dopo le anticipazioni: “Certo che ho parlato col presidente. Che abbia capito che era un’intervista o meno, non lo so, ma non era ‘off the record’. Ho trascorso circa tre ore con lui nel corso della campagna e alla Casa Bianca”, spiega al ‘Today show’ di Nbc.

“La mia credibilità viene messa in dubbio da un uomo che ha meno credibilità, forse, di chiunque abbia mai camminato sulla terra finora. Quest’uomo non legge. Non ascolta. È come un flipper”, rincara. Poi affonda il colpo: “Il 100% delle persone che lo circondano, il genero Jared Kushner, Ivanka, mettono in dubbio la sua capacità di governare. Tutti lo hanno descritto allo stesso modo, dicono che è come un bambino. Intendono dire che ha bisogno di gratificazione immediata. Tutto ruota intorno a lui. Dicono che è un cretino, un idiota”, dice. Il libro intanto va a ruba, su Amazon e nelle principali librerie del Paese, in particolare a Washington, scenografia del ritratto impietoso del primo anno di presidenza Trump.

I media si tuffano a caccia di altri dettagli inediti, è uno stillicidio di giudizi, battute, epiteti sul tycoon e sulla sua famiglia. E nei prossimi mesi sono attesi altri libri scomodi di altri ‘ex eccellenti’ dell’amministrazione, dal portavoce Sean Spicer all’ex star di Apprentice Omarosa Manigault-Newman, oltre a quello del capo dell’Fbi James Comey, che Trump chiamava ‘ratto’, come ha rivelato Wolff. Il presidente prova a uscire all’angolo accusando i ‘Fake news media’ e il “falso nuovo libro” di Wolff di “attaccare ogni nuovo fronte immaginabile” dopo che la collusione con la Russia “sta dimostrando di essere una bufala totale”.

In realtà il Russiagate sembra incombere sempre di più e il procuratore speciale Robert Mueller sta esaminando ora alcuni episodi anche per una possibile ostruzione della giustizia, tra cui l’ordine dato da Trump al capo dell’ufficio legale della Casa Bianca, Donald F. McGahn II, di convincere l’attorney general Jeff Sessions a non ricusare se stesso nell’indagine del dipartimento di Giustizia sulle collusioni con i russi. Il presidente può consolarsi solo con l’apertura di una indagine da parte dell’Fbi su presunte ipotesi di corruzione legate alla fondazione Clinton. E con il fatto che il suo ex stratega Steve Bannon, una delle principali fonti del libro di Wolff, ora rischia il posto di presidente del suo sito di estrema destra ‘Breitbart’ dopo essere stato scaricato anche dai Mercer, una famiglia di miliardari conservatori tra i suoi principali sponsor. Per il resto guarda con preoccupazione alle elezioni di Midterm a fine anno, dove rischia di perdere il controllo del Congresso sull’onda degli scandali che lo inseguono.