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“‘Split payment’, meccanismo invalidante per le imprese di costruzione”

27 gennaio 2018 | 08:13
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“‘Split payment’, meccanismo invalidante per le imprese di costruzione”

Sicrea Group si unisce all’appello delle associazioni datoriali. Il presidente Bosi: “È un provvedimento che impatta in modo significativo su un settore che negli ultimi 10 anni è stato attraversato da una profonda crisi “

REGGIO EMILIA – Lo “split payment”: un meccanismo invalidante per le imprese di costruzione Sicrea Group si unisce all’appello delle associazioni datoriali. Il presidente Bosi: “È un provvedimento che impatta in modo significativo su un settore che negli ultimi 10 anni è stato attraversato da una profonda crisi che ha portato alla perdita di molte aziende, posti di lavoro e fatturato”.

“Il cosiddetto split payment è un provvedimento che impatta in modo significativo su un settore che negli ultimi 10 anni è stato attraversato da una profonda crisi che ha portato alla perdita di molte aziende, posti di lavoro e fatturato”. Luca Bosi, presidente di Sicrea Group, commenta così l’appello delle associazioni datoriali che hanno chiesto alla Ue di intervenire sull’Italia per sanare una situazione pesante per le imprese, soprattutto per quelle di costruzione. “Lo split payment aggrava ulteriormente una situazione già particolarmente delicata e rende più complessi gli sforzi che il settore sta compiendo. L’intervento delle associazioni di categoria ha pertanto tutto il nostro appoggio”.

Ma di cosa si tratta? In sostanza lo split payment è un meccanismo di ‘scissione del pagamento’ e prevede che le pubbliche amministrazioni, o altri soggetti obbligati, versino direttamente all’Erario l’Iva dovuta per i lavori effettuati, mentre l’impresa continua a pagare l’imposta per l’acquisto di beni e servizi. Ciò si esplicita in una perenne situazione di credito Iva per le imprese di costruzione nei confronti dello Stato con conseguente erosione di liquidità che l’Ance ha stimato in circa 2,4 miliardi di euro l’anno. Un meccanismo quindi che – secondo le associazioni datoriali – «mette seriamente a rischio l’equilibrio finanziario delle imprese».

La recente estensione del meccanismo dello split payment alle società pubbliche ha quindi destato preoccupazione e malumori tra i principali attori del settore. A partire dal primo gennaio 2018 il provvedimento è stato allargato includendo ulteriori soggetti quali enti pubblici economici nazionali, regionali e locali, le fondazioni partecipate dalle amministrazioni pubbliche, le società controllate direttamente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni, le società partecipate dalle amministrazioni pubbliche, da enti o società pubbliche per una quota non inferiore al 70%.

Le sigle datoriali del settore (Ance, Legacoop, Cna costruzioni, Confartigianato edilizia, Confapi Aniem e Federcostruzioni) si sono quindi rivolte a Bruxelles firmando una denuncia per «presunta violazione del diritto dell’Unione da parte di uno Stato membro». Due sono le principali motivazioni a cui fanno riferimento i costruttori: una è l’inosservanza del diritto della “neutralità” fiscale, visto l’enorme ritardo con cui lo Stato italiano eroga i rimborsi; l’altra è l’inosservanza del principio di proporzionalità delle deroghe alle norme comunitarie in materia di Iva, perché troppo svantaggiosa per le imprese e con una portata troppo ampia sia a livello temporale (la scadenza è prevista per il 2020) sia per numero di soggetti coinvolti, addirittura ampliato dal recente decreto.

“In termini di valore l’impatto dello split payment su SICREA Group è di circa 10 milioni di euro all’anno – puntualizza Nicola Vezzani, Direttore finanziario e amministrativo del gruppo emiliano – ma ad essere rilevante è soprattutto il peso finanziario del meccanismo che, unito ai ritardi di pagamento della pubblica amministrazione, rende complessa l’intera attività di gestione.”

“L’auspicio è che le forze politiche che stanno affrontando la campagna elettorale si facciano carico di tale problematica” – riprende il presidente Bosi – “e che la tematica venga considerata una priorità per il Parlamento e il Governo che si insedieranno in Italia a seguito delle prossime elezioni del 4 marzo, assumendo immediatamente disposizioni in merito”.