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Sequestrati 13,5 chili di marijuana: tre arresti

17 gennaio 2018 | 13:57
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Sequestrati 13,5 chili di marijuana: tre arresti

La polizia ha fermato un nigeriano 32enne, appena sceso da un pullman in piazzale Europa, con 5 chili di stupefacente dentro la borsa. A casa di un amico sono stati trovati altri 8,5 chilogrammi di droga. Sono già liberi con obbligo di firma

REGGIO EMILIA – La polizia ha sequestrato 5 chili di marijuana, ieri mattina in piazzale Europa, a un nigeriano di 32 anni, Monday Ashifo, regolare e incensurato, che era appena arrivato in città con un pullman proveniente da Roma. Ad attenderlo, verso le sei di mattina, c’erano sei poliziotti della squadra mobile reggiana insieme all’unità cinofila della polizia municipale Matildica-Val Tassobbio.

Ad aspettarlo, in macchina, il suo connazionale 40enne, Oseaghe Ehimhuan, a casa del quale, in una laterale di via dei Gonzaga, sono stati trovati altri 8,5 kg, sempre di marijuana, in uno sgabuzzino. In casa, al momento della perquisizione, c’erano anche la moglie e le due figlie della coppia.

I due uomini e la moglie sono tutti stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. Ieri mattina si è tenuta l’udienza di convalida dell’arresto con le due  bambine che giocavano nella “gabbia” in cui i loro genitori arrestati hanno atteso il procedimento.

Le due sorelline si rincorrono, lanciano baci alla mamma e al papà: una situazione surreale. Monday Ashifo dice al giudice Sarah Iusto che l’amico era all’oscuro della droga che stava trasportando da Roma e che doveva consegnare a Parma.

Il pm Valentina Salvi (titolare dell’inchiesta) chiede che i due uomini restino in carcere, mentre per la donna chiede gli  arresti domiciliari. Secondo l’avvocato difensore Conti non vi è prova che la moglie abbia agevolato o favorito il possesso della droga da parte del marito e ipotizza una pena inferiore ai 3 anni di reclusione per Ashifo ed Ehimhuan, da qui la richiesta di una misura meno afflittiva della reclusione. Il giudice Iusto haliberato la nigeriana e applicato l’obbligo di firma per gli altri due imputati. A metà febbraio il processo.