Mafie, protocollo di legalità nell’edilizia privata in tutti i Comuni

12 gennaio 2018 | 14:03
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Mafie, protocollo di legalità nell’edilizia privata in tutti i Comuni

Nasce anche un ufficio unico per richieste certificato antimafia aziende

REGGIO EMILIA – Dal primo gennaio scorso tutti i Comuni della provincia di Reggio Emilia hanno un nuovo “anticorpo” contro le infiltrazioni della criminalita’ nel tessuto produttivo. E’ infatti diventato operativo il protocollo di legalita’ nel campo dell’edilizia e dell’urbanistica privata, gia’ in vigore dalla seconda meta’ del 2017 nel solo Comune capoluogo.

Il documento, che ha la sua genesi nell’intesa del 2015 fra enti locali e Prefettura ed e’ stato presentato in mattinata agli amministratori del territorio e alle associazioni di categoria, prevede da un lato nuovi strumenti di verifica tra cui l’obbligo della comunicazione antimafia anche per permessi di costruire al di sotto dei 70.000 euro e accertamenti puntuali su una parte rilevante delle ristrutturazioni.

Ma accanto ai controlli sulle aziende di competenza della Prefettura, il protocollo semplifica in modo rilevante anche il carico di lavoro amministrativo posto sui Comuni. Diretto corollario dell’atto e’ infatti la creazione del cosiddetto “Ufficio associato legalita’” (Ual) gestito in modo congiunto da Comune di Reggio e Provincia con, rispettivamente, 2 e 1 dipendente. In pratica una sorta di “back office” delle amministrazioni che gestira’ le richieste di certificazione antimafia delle aziende private di tutto il territorio provinciale, trasmettendo poi il materiale alla Prefettura.

In questo modo anche i Comuni piu’ piccoli, che spesso non hanno le risorse per fronteggiare la grande mole di adempimenti richiesta, sono meno oberati risultando nello stesso tempo meno esposti al rischio di appalti affidati ad imprese “non pulite”.
Come spiega l’assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio Alex Pratissoli “il protocollo non comporta un allungamento dei tempi per i richiedenti, ma piuttosto un grande lavoro degli uffici per raccogliere tutti i dati necessari all’informativa antimafia”.

Inoltre “consente di avere un monitoraggio su tutto quello che avviene nel sistema edilizio del territorio provinciale”. Non da ultimo, spiega ancora Pratissoli, “questo tipo di controllo cosi’ approfondito incentiva l’iscrizione delle imprese alla white list, che corrisponde per un anno ad una informativa antimafia negativa. Per questo abbiamo creato anche un marchio della white list che non solo corrisponde ad un controllo, ma puo’ essere speso dalle aziende come elemento di competitivita’ commerciale”.

Sulle white list l’assessore evidenzia pero’ anche “un limite che va superato: la possibilita’ di iscriversi solo per alcune lavorazioni in campo edilizio, mentre dovrebbe essere estesa a tutte”. Giammaria Manghi, presidente della Provincia, sottolinea: “Si dice spesso che i protocolli non servano, noi pensiamo che invece servano moltissimo e in questo caso aiutano il sistema a funzionare meglio e ad evitare infiltrazioni di ogni tipo”.

Il sindaco di Reggio Luca Vecchi parla infine di “una concreta innovazione del modo di essere di una pubblica amministrazione che trae conseguenza da quanto avvenuto sul suo territorio. Un fatto non scontato che io metto insieme agli sforzi economici fatti per mantenere qui il processo Aemilia”. Insomma, “una pagina importante e positiva nel contrasto alle mafie”. Il protocollo sull’edilizia privata reggiana e’ stato preceduto nel 2010 da quello sugli appalti pubblici per eliminare la pratica del massimo ribasso, oggi scomparsa come criterio di affidamento nei bandi.