Mafie, fermato Carmine Sarcone presunto reggente della cosca emiliana

23 gennaio 2018 | 13:45
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Mafie, fermato Carmine Sarcone presunto reggente della cosca emiliana

Il 39enne è stato bloccato dai carabinieri dopo le accuse dei pentiti del processo Aemilia

REGGIO EMILIA – Carmine Sarcone, indicato dai collaboratori di giustizia Antonio Valerio, Giuseppe Giglio e Salvatore Muto come il nuovo reggente della ‘ndrangheta emiliana e’ stato fermato oggi a Cutro dai Carabinieri come indiziato di delitto. Ad eseguire il provvedimento emesso dalla Dda di Bologna (il primo relativo a questo reato) sono stati i Carabinieri di Modena, che insieme ai colleghi di Piacenza e Crotone sono impegnati in queste ore in decine di perquisizioni domiciliari, in diverse province, volte alla ricerca di armi nella disponibilita’ della cosca.

Carmine Sarcone, 39 anni, indagato per associazione mafiosa e’ fratello di Nicolino e Gianluigi Sarcone, entrambi arrestati nell’operazione Aemilia del 2015 e a giudizio nell’omonimo processo in corso a Reggio Emilia. In particolare Nicolino Sarcone era ritenuto il capo della “locale” della ‘ndrangheta emiliana, collegata alla cosca del boss di Cutro Nicolino Grande Aracri. Il fermo di Carmine Sarcone scaturisce dalle indagini del procuratore distrettuale di Bologna Giuseppe Amato e dei pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi che, trovando riscontro alle dichiarazioni dei pentiti di Aemilia, hanno fatto emergere il nuovo ruolo assunto dal fermato nel sodalizio criminale.

Nello specifico sono state dimostrate “la gestione diretta dell’attivita’ e del patrimonio illecito” e la partecipazione alle riunioni tra gli esponenti della consorteria durante le quali, secondo gli inquirenti, erano pianificati i crimini della cosca e venivano prese le decisioni per mantenerla e rafforzarla. Carmine Sarcone avrebbe inoltre avuto il ruolo di rappresentante i fratelli detenuti, con compiti direttivi e di dirimere i contrasti interni alla struttura. Sono emersi anche “continui scambi di informazioni” tra esponenti detenuti e in liberta’, attraverso colloqui in carcere con i parenti.

Infine le indagini hanno permesso di raccogliere elementi indiziari sulle accuse mosse a Sarcone durante il processo Aemilia, dove secondo i collaboratori di giustizia avrebbe operato per indottrinare e minacciare alcuni testimoni.

In queste ore circa un centinaio di Carabinieri dei Comandi di Modena, Piacenza e Crotone sta eseguendo decine di perquisizioni domiciliari in diverse province italiane, mirate alla ricerca di armi in disponibilita’ della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri di Cutro, che aveva una sua “filiale” emiliana con epicentro a Reggio Emilia.(Fonte Dire).