Disabilità, chi l’ha vissuta aiuta chi la scopre

9 gennaio 2018 | 16:56
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Disabilità, chi l’ha vissuta aiuta chi la scopre

Un team di volontari per il supporto umano alle famiglie in ospedale

REGGIO EMILIA – Sono genitori e parenti di persone disabili che “ci sono gia’ passati” e adesso si mettono a disposizione per dare “un supporto umano, da persona a persona” a chi scopre di essere nella loro stessa situazione, direttamente in ospedale. Si tratta dei cosiddetti “esperti per esperienza”, al centro di un nuovo progetto sociale del Comune di Reggio Emilia e dell’azienda speciale Fcr (Farmacie comunali riunite partecipata al 100% dall’amministrazione) realizzato con l’azienda Usl, il consorzio di cooperative sociali Oscar Romero e l’associazione “Sentiero facile”, nell’ambito delle politiche di mandato del Comune per una “citta’ senza barriere”.

In particolare sono 24 i cittadini volontari che, dopo aver completato un corso di formazione per imparare a comunicare e a gestire le emozioni delle famiglie a cui viene comunicata una diagnosi di disabilita’, gia’ dalla prossima settimana potrebbero recarsi in alcuni reparti degli ospedali di Reggio Emilia e Correggio per incontrarle e “condividere l’esperienza, dare informazioni pratiche, o anche semplicemente parlare o raccogliere uno sfogo o un abbraccio”.

La “consulenza” dei volontari, pero’, si attivera’ solo su richiesta. Saranno quindi i professionisti sanitari e gli psicologi dei reparti di neonatologia, pediatria, neuropsichiatria infantile, genetica clinica, unita’ gravi disabilita’ infantili e reumatologia pediatrica all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e riabilitazione neurologica all’ospedale San Sebastiano di Correggio, a segnalare l’opportunita’ del servizio ai loro pazienti.

Il nuovo progetto arriva sulla scia di quello dei cosiddetti “facilitatori sociali”, attivo da 10 anni nel Dipartimento di salute mentale dell’azienda Usl reggiana, dove alcuni “utenti” volontari accolgono chi si rivolge al servizio. Come spiega la presidente di Fcr Annalisa Rabitti “quando ti dicono che avrai un figlio disabile o che tuo marito restera’ paralizzato dopo un incidente e’ come prendere un treno in faccia: spesso non si sa nemmeno come affrontare il giorno dopo.

In quel momento ascoltare la parola giusta da chi ha vissuto la tua stessa esperienza puo’ far sentire meno soli. Ed e’ quello che fara’ il nostro team di ‘esperti’: un’accoglienza da persona a persona, tra pari”. Il sindaco Luca Vecchi parla di un’iniziativa che “di fronte ad un momento duro e difficile per i cittadini, che disorienta e spaventa, recupera e riconosce nuove competenze ‘dal basso’ che vanno ad integrare quelle sanitarie e sociali, mantenendo sempre al centro l’uomo e la persona”.

Se “Reggio Emilia e’ per tanti versi la citta’ delle persone- conclude Vecchi- oggi lo siamo ancora di piu'”. Giusi Monaco, una degli “esperti” volontari commenta: “Credo che il contributo che possiamo dare alle altre persone sia semplicemente quello della nostra umanita’. Far capire loro quali sono le difficolta’ che abbiamo passato e come siamo riusciti a venirne fuori”.

Unanime, infine, il giudizio dei professionisti sanitari: “Un lavoro importante che completa e supporta quello che svolgiamo quotidianamente”.