Il processo alla 'ndrangheta |
Cronaca
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Aemilia, ultimatum dei giudici su trascrizione intercettazioni

25 gennaio 2018 | 16:42
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Aemilia, ultimatum dei giudici su trascrizione intercettazioni

Entro il 25 febbraio tutto il materiale dovra’ essere depositato altrimenti si procedera’ comunque con la fase successiva del dibattimento, quella finale, delle requisitorie dei pm e delle arringhe difensive

REGGIO EMILIA – Ultimatum dei giudici di Aemilia ai periti incaricati delle trascrizioni delle intercettazioni. Entro il 25 febbraio tutto il materiale dovra’ essere depositato altrimenti si procedera’ comunque con la fase successiva del dibattimento, quella finale, delle requisitorie dei pm e delle arringhe difensive.

A stabilirlo e’ Francesco Maria Caruso, presidente del collegio dei giudici del maxi processo contro la ‘ndrangheta in corso a Reggio Emilia, che ha chiamato nell’udienza “tecnica” di stamattina i periti incaricati dal tribunale a relazionare sul lavoro sinora svolto. In totale, tra intercettazioni telefoniche, ambientali, in auto e dei colloqui in carcere degli imputati, sono state prodotte circa 51.000 pagine di trascrizioni.

All’appello manca la sbobinatura di 13 ore di conversazioni captate in carcere, in capo ad uno dei periti (oggi assente in aula e che sara’ ascoltato nella prossima udienza), che ha chiesto piu’ tempo per completare l’incarico assegnatogli. Caruso non ha nascosto il disappunto sospirando: “Bisognava arrivare a questo punto con il lavoro gia’ fatto…”.

Le intercettazioni mancanti saranno quindi ora suddivise tra tutti i periti, invitati dalla Corte a fare anche una relazione esplicativa su come l’immensa mole di documenti sia stata catalogata e sui sistemi di ricerca al suo interno. All’inizio dei lavori dell’aula, paradossalmente, gli avvocati della difesa hanno poi chiesto di avere i file audio, e non le trascrizioni, delle deposizioni dei collaboratori di giustizia ascoltati in questi mesi al processo. A giudizio dei difensori, infatti, solo i file audio costituiscono “una prova” e negarli significa “ledere il diritto della difesa di accedervi”.