Il processo alla 'ndrangheta |
Cronaca
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Aemilia, primarie 2014: archiviata la posizione di Mesiano

11 gennaio 2018 | 18:46
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Aemilia, primarie 2014: archiviata la posizione di Mesiano

Il poliziotto telefonò alla comunità albanese: “Non votate Corradini”

REGGIO EMILIA – La Procura di Reggio Emilia ha archiviato l’inchiesta nei confronti di Domenico Mesiano, poliziotto ed autista dell’ex questore Gennaro Gallo, gia’ condannato in primo grado a otto anni e mezzo nel rito abbreviato del processo Aemilia contro la ‘ndrangheta, per quanto riguarda la sua interferenza nelle “primarie” per la scelta del candidato sindaco di Reggio nel 2014. Elezioni “interne” alla coalizione poi vinte da Luca Vecchi che e’ stato eletto primo cittadino.

In particolare l’assistente capo della Questura contatto’ alcuni membri della comunita’ albanese, intenzionata a sostenere l’ex assessore Franco Corradini, per dissuaderli dal votare l’amministratore. L’episodio viene rispolverato oggi nella sessione pomeridiana dell’udienza del processo, dove la Corte ha chiamato a testimoniare proprio Corradini, prima capogruppo dei Ds e poi per 7 anni (dal 2007 al 2014) assessore a Sicurezza e legalita’ del Comune di Reggio.

Rispondendo alle domande dei giudici sulla vicenda l’ex amministratore commenta: “Se dovessi fare una battuta quel signore ha scelto bene, perche’ se e’ un amico degli ‘ndranghetisti, se doveva colpire uno, ha colpito me, non c’e’ molto da commentare. Questo episodio non ha avuto molta eco, non avrebbe cambiato il dato elettorale, ma come dato politico e’ due volte grave, dal punto di vista dell’elemento della polizia che non puo’ fare queste cose e della ‘ndrangheta che non puo’ entrare in quell’ambiente. Purtroppo la politica e’ distratta”.

L’ex assessore rivendica poi che gia’ nell’ottobre del 2005, quando era capogruppo dei Democratici di sinistra in sala del Tricolore, propose “un gruppo di lavoro” dell’amministrazione sulla legalita’ e, soprattutto, di limitare la pratica degli appalti con il massimo ribasso dove era maggiore il rischio di infiltrazioni criminali. “Leggevo sulla stampa di roghi in cantieri edili ed ero preoccupato, perche’ vedevo una ripresa della ‘ndrangheta in citta’ dopo i fatti di sangue della fine degli anni ’90. Dal mio punto di vista lo si doveva vedere”. Sul tema delle presunte discriminazioni verso la comunita’ calabrese presente in citta’, Corradini rimarca e conclude: “La ‘ndrangheta non era affatto un fattore etnico, abbiamo cercato di parlare con i cittadini di Cutro perche’, piu’ se ne parla, maggiori sono le possibilita’ di quella comunita’ di venirne fuori”.