Sicurezza, Daspo urbani in zona stazione

11 dicembre 2017 | 18:24
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Sicurezza, Daspo urbani in zona stazione

L’assessore Maramotti annuncia: “Stiamo terminando l’iter per sfruttare il decreto Minniti”

REGGIO EMILIA – Daspo urbani nella zona “calda” per la sicurezza della stazione storica di Reggio Emilia che faranno sì che i soggetti destinatari del provvedimento non potranno più frequentarla per un determinato periodo di tempo. Lo annuncia oggi in onsiglio comunale l’assessore Natalia Maramotti che, rispondendo ad un’interpellanza delle minoranze, afferma: “Stiamo terminando il percorso che ci dovra’ portare, applicando le opportunita’ previste dalla legge 48 del 2017 (ex decreto Minniti), ad indicare all’interno del regolamento di polizia locale contesti territoriali nei quali potra’ essere applicato il cosiddetto ‘daspo’, contesti diversi da quelli che sono gia’ stati previsti dalla legge, ovvero zone monumentali ad alta affluenza di turisti e zone scolastiche e ad alta presenza di studenti come i parchi”.

Una partita, spiega l’assessore, che sara’ affrontata in commissione. Rispetto alle numerose ordinanze anti alcol emanate dal sindaco Luca Vecchi nella zona, l’esponente della giunta ricorda come tra il 2015 e il 2016, attraverso una modifica ad hoc del regolamento della polizia municipale, la validita’ di alcuni provvedimenti prima limitata nel tempo, e’ stata ampliata fino ad un anno. “Attualmente in collaborazione con la Polizia municipale stiamo predisponendo la documentazione che poi potra’ essere valutata dal sindaco per riadottare nei contesti ormai noti, ordinanze che siano finalizzate a mantenere una condizione di equilibrio il piu’ possibile garantito nella convivenza di quei contesti”, dice Maramotti.

Questo perche’ “quando le ordinanze sono contingibili e urgenti serve un’attestazione che normalmente si ottiene attraverso i rapporti delle forze dell’ordine che attestano la specifica criticita’ di un’area”. Diversamente, conclude l’assessore, “l’atto e’ illegittimo e potrebbe essere impugnato” ad esempio dai titolari degli esercizi commerciali cui si vieta di vendere alcolici dalle 15, “che vedono compresso il loro diritto di impresa”.