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Roghi dolosi, il colonnello: non è detto che c’entri la mafia

2 dicembre 2017 | 07:56
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Roghi dolosi, il colonnello: non è detto che c’entri la mafia

Il comandante dei carabinieri, Antonino Buda: “Non mi sbilancio sui moventi. Ma in genere tendo a tranquillizzare che, anche questi episodi, sono riconducibili a contesti altri”

REGGIO EMILIA – “Non riconduco questi fatti a nessuna matrice, perché non parlo per sospetti ma solo in base ad elementi oggettivi di rilevanza penale documentabili in fase di dibattimento. Sui roghi abbiamo accertamenti in corso e non mi sbilancio sui moventi. Ma in genere tendo a tranquillizzare che, anche questi episodi, sono riconducibili a contesti altri”.

Lo ha detto ieri il comandante dei carabinieri, il colonnello Antonino Buda, a margine della conferenza stampa sull’arresto del presunto assassino di Francesco Citro relativamente ai roghi dolosi avvenuti negli ultimi tempi nel Reggiano. Sembra che anche qui, come avvenuto per il delitto Citro, gli inquirenti escludano qualsiasi correlazioni con la criminalità organizzata. Dunque probabilmente vicende attinenti la sfera privata.

Gli incendi a Reggiolo sono stati tre, ai quali se ne è aggiunto un altro a Cadelbosco Sotto. Si tratta di episodi che, secondo i carabinieri, non sono collegabili fra loro. Il 15 novembre in via Paisiello è stata bruciata una Alfa Romeo di proprietà di un artigiano edile. Cinque giorni dopo un nuovo rogo, alle 3.30 della notte tra lunedì 20 e martedì 21 in via Gavello dove la Volkswagen Polo di proprietà di una 55enne, dipendente di Coopservice, è stata distrutta dalle fiamme.

Il terzo incendio a Reggiolo è quello dell’auto della moglie di Francesco Citro e in questo caso il responsabile è Giampaolo Dall’Oglio, fermato per l’omicidio del 31enne (aveva tra l’altro in casa delle taniche di benzina). Il 28 novembre si è registrato un incendio in via Landi a Cadelbosco Sotto. A bruciare è stata l’auto di una 38enne, Rosetta Muto, cognata dell’imputato del processo Aemilia Antonio Crivaro. Questo incendio è seguito dalla Dda, alla quale vengono segnalati tutti i roghi dolosi del Reggiano, alla luce di quello che emerso in questi ultimi anni.