Pedofilo seriale condannato a 10 anni di carcere

7 dicembre 2017 | 15:33
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Pedofilo seriale condannato a 10 anni di carcere

A carico di Elisandro Costa già altri 17 per tentato omicidio

REGGIO EMILIA – Il Gup del tribunale di Bologna ha condannato a 10 anni di reclusione Elisandro Don Anjos Costa, il cittadino brasiliano 40 enne arrestato un anno fa dai carabinieri di Reggio, con l’accusa di aver abusato per 10 anni di tantissimi adolescenti minorenni. Per lui la Procura di Bologna, guidata da Giuseppe Amato, aveva chiesto il giudizio immediato. Costa ha chiesto invece il giudizio abbreviato, che gli ha consentito di beneficiare di uno sconto pari a 1/3 della pena.

Nell’udienza di oggi il brasiliano e’ stato quindi condannato a 10 anni di carcere e 120.000 euro di multa, oltre al pagamento di una provvisionale di 50.000 euro a favore del Comune di Reggio Emilia, costituitosi parte civile. Lo scorso ottobre l’uomo era stato stato inoltre condannato dal tribunale di Reggio Emilia ad altri 17 anni per aver tentato di uccidere con un coltello una donna di 52 anni, madre di un ragazzo di cui il pedofilo si era invaghito, che si opponeva alle attenzioni morbose del brasiliano.

Teatro degli abusi la citta’ del Tricolore, dove Costa aveva richiesto lo status di rifugiato politico, poiche’ a suo dire discriminato sessualmente nel Paese di origine. Per circa 10 anni, come emerso dall’inchiesta denominata “Lost innocence (innocenza perduta)” l’uomo ha abusato di minorenni che adescava attraverso una sorta di alter ego femminile che si era costruito, “pubblicizzandolo” tra gli adolescenti come una propria cugina particolarmente disinibita. Vestito da donna e truccato, dalla finestra della propria abitazione gettava banconote ai minori in uscita da scuola (alcuni di soli 13 anni), inducendoli a salire in casa e a consumare rapporti sessuali con quella che le giovani vittime pensavano essere la “donna dei propri sogni”.

I minori venivano poi convinti, sempre in cambio di denaro, a reclutare nuovi amici, per quella che pensavano essere una donna. Centinaia e centinaia sarebbero stati i rapporti sessuali intrattenuti dall’indagato nel corso degli anni. Come se non bastasse, l’uomo filmava di nascosto alcuni degli incontri e in altri casi acquistava dai ragazzini foto e video pedopornografici, che si faceva spedire tramite Whatsapp e Facebook, in alcuni casi diffondendoli anche in rete.

Vecchi e Sassi: “Useremo queste risorse per politiche di prevenzione rispetto al maltrattamento e agli abusi sui minori”
Luca Vecchi e Matteo Sassi, rispettivamente sindaco e vicesindaco di Reggio, scrivono: “In merito alla sentenza emanata oggi a Bologna nei confronti del soggetto accusato di atti di pedofilia riteniamo la condanna esemplare rispetto alla gravità dei fatti contestati. La preoccupazione manifestata dal Comune di Reggio Emilia, assieme ad altri enti locali del territorio, nelle ore successive all’emergere dei fatti trova pieno fondamento in questo pronunciamento del tribunale. Allora stesso modo la costituzione di parte civile e il relativo risarcimento di 50mila euro sono un fatto di grande rilevanza perché sancisce il principio che ogni qual volta vengono negati e calpestati i diritti dell’infanzia – come in questo caso – un’intera collettività reagire con fermezza, avendo visto sfregiata la propria sensibilità e i propri valori fondanti. L’Amministrazione comunale di Reggio Emilia utilizzerà queste risorse per politiche di prevenzione rispetto al maltrattamento e agli abusi sui minori e anche, ovviamente per rafforzare gli interventi di cura e di supporto a chi è stato vittima di violenza. A prescindere dall’iter processuale la nostra vicinanza e il nostro primo pensiero è sempre andato e va alle persone colpite e alle loro famiglie”.