Minacciano ragazzino con cocci di bottiglia per rubargli la bici: arrestati

23 dicembre 2017 | 08:40
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Minacciano ragazzino con cocci di bottiglia per rubargli la bici: arrestati

I carabinieri, anche grazie all’esame dei profili Facebook, sono risaliti ai responsabili, un 17enne e un 18enne, ora denunciati per concorso in rapina

REGGIO EMILIA – Sono stati identificati i responsabili di una rapina avvenuta ai danni di un 20enne reggiano il 26 giugno scorso in via Ponchielli. Si tratta di due ragazzini di 18 e 17 anni, ora denunciati per concorso in rapina aggravata, che, all’epoca, non avevano esitato a circondarlo e a minacciarlo con cocci di bottiglia di vetro per rapinargli la bicicletta in sella alla quale la giovane vittima stava rientrando a casa.

Il grave episodio di cronaca risale alla notte del 26 giugno scorso quando il 20enne, che in sella alla sua bicicletta percorreva via Ponchielli in compagnia di un amico, aveva incrociato due ragazzi a bordo di una bicicletta. Mentre uno dei due la guidava, l’altro era in piedi sul portapacchi posteriore. I due avevano affiancato la vittima prima chiedendogli una sigaretta e poi iniziando a schernirlo.

All’incrocio tra via Premuda e via Bixio i due avevano tagliato la strada al 20enne impedendogli, di fatto, di proseguire la marcia verso casa. Il ragazzo che era in piedi sul portapacchi posteriore lo aveva avvicinato intimandogli di consegnargli la bicicletta. Poi gli aveva sferrato un calcio con l’intento di colpirlo in faccia che era stato schivato dal 20enne mentre l’amico, impaurito, era fuggito. Poi i due malviventi avevano preso due bottiglie di vetro dal vicino cassonetto della spazzatura, le avevano rotte e, sotto la minaccia dei cocci di vetro, si erano fatti consegnare la bici per poi dileguarsi velocemente in direzione della rotatoria di via Premuda, facendo perdere rapidamente le loro tracce.

I militari, grazie alla descrizione dei due “baby rapinatori”, avevano indagato tra i giovani in età scolare e avevano acquisito i primi elementi di riscontro tra gli ambienti giovanili. Poi hanno analizzato i vari profili Facebook fino a individuarne due registratisi proprio con i soprannomi dei due ragazzi su cui erano rivolte le attenzioni investigative. A suffragare le indagini anche il riconoscimento operato dalla vittima e dal suo amico testimone sottoposti ad apposita seduta di individuazione fotografica.

Sui due bulletti sono ora rivolte le attenzioni dei carabinieri di Corso Cairoli che vogliono verificare se si siano resi responsabili di altre rapine nei confronti di altri ragazzi che magarti per paura di ritorsioni non hanno nemmeno denunciato i fatti subiti.